Pertinenza decorativa
Demio, Giovanni
Descrizione
Autore: Demio, Giovanni (1510/1512-1570 ca.)
Cronologia: ca. 1541 - ca. 1545
Tipologia: pertinenze decorative
Materia e tecnica: intonaco / pittura; pietra / intaglio
Descrizione: L'episodio raffigurato nella lunetta di sinistra è relativo all'incontro di Cristo risorto sulla strada per Emmuas con due discepoli; le figure occupano una parte della composizione, che per il resto è caratterizzata da un paesaggio contrassegnato da rovine antiche e da emergenze archeologiche. La lunetta di destra è dedicata all'incontro con la Maddalena, alla quale Gesù si presenta nelle sembianze di un giardiniere, intimandole di non essere toccato; le due figure si stagliano monumentali, mentre intorno si distende un'ampia veduta naturale. Divisa in quattro grandi vele, la volta della cappella presenta i quattro Evangelisti, circondati da putti e assisi sulle nuvole, mentre in basso sono presenti otto Sibille, le cui figure si inseriscono nei punti di raccordo con le lunette sottostanti. La pala al centro della cappella raffigura la Crocefissione su due registri: in alto si staglia contro un cielo percorso da striature il Cristo in croce; nella parte bassa, invece, si sviluppa una composizione più affollata: attorno alla croce prendono posto la Madonna, san Giovanni e varie figure ai lati. Le partiture a stucco delle pareti laterali raffigurano teorie di Angeli che recano i simboli della passione.
Notizie storico-critiche: La decorazione della cappella fu commissionata da Domenico Sauli dopo dopo il 1541, anno in cui (secondo il Memoriale domenicano del 1757) il nobile genovese, presidente del Magistrato di Milano, decise di mutare la dedicazione di questo luogo da san Tommaso a san Domenico. Protagonista indiscusso dell'impresa cinquecentesca fu Giovanni Demio, un pittore che rappresenta un caso emblematico di maestro "girovago" nell'Italia del Cinquecento, il quale, dalla natia Schio, seppe aggiornare il suo linguaggio espressivo al punto da coniare una cifra stilistica personale e distintiva. Tra i viaggi formativi compiuti da Demio nell'arco di un trentennio risultò fondamentale la frequentazione del contesto veneziano già impregnato di maniersimo toscano (grazie alla presenza in laguna di Francesco Salviati e di Giorgio Vasari), oltre che dei risultati raggiunti da Giulio Romano a Mantova e la visione diretta delle novità centro italiane (importante fu la sua attività in qualità di mosaicista nel Camposanto di Pisa, documentata nel 1539; nella seconda metà degli anni quaranta Demio sarà anche a Napoli). L'ipotesi di un viaggio a Roma trova conferma nell'analisi delle diverse componenti stilistiche e culturali identificabili nelle pitture eseguite, tra il 1541 e il 1542, per il genovese Domenico Sauli, presidente del Magistrato delle entrate ordinarie a Milano, che aveva ottenuto in patronato la cappella di Santa Maria delle Grazie (in precedenza appartenuta ai Rusca). L'attribuzione a Giovanni Demio dell'affresco e, conseguentemente, delle altre pitture della cappella Sauli, compresa la pala raffigurante la Crocefissione, è confermata dalla presenza, nell'angolo in basso a destra dell'Andata a Emmuas, della firma "Johannes Demius de Scledo P.", oggi purtroppo scomparsa. In entrambe le lunette delle pareti prevale la componente paesaggistica, sull'esempio di quanto andavano facendo altri pittori veneti come Battista Franco, che grandi meriti ebbe nel mettere in rapporto Venezia e Roma intorno alla metà del Cinquecento. Alla poetica sviluppata negli stessi anni a Padova, non solo da parte del Franco ma anche dall'olandese Lambert Sustris, rimandano le rovine archeologiche visibili nel paesaggio sullo sfondo. Del tutto caratteristiche del Demio, invece, sono le figure allungate, i cui panneggi tortuosi risultano scanditi da linee parmigianinesce e definiti da un disegno anatomico debitore, nell'esuberanza muscolare, delle figure michelangiolesche. La volta si presenta in precarie condizioni di lettura a causa del danneggiamento provocato dai bombardamenti alleati del 1943.
La cappella è impreziosita da un apparatro di stucchi, eseguito in fasi diverse. Quelli della volta (così come il pregevole pavimento) sono in linea con la datazione proposta per gli affreschi, quindi sono pienamente cinquecenteschi, mentre le due partiture laterali raffiguranti angeli tra festoni, in passato considerate coeve al resto (addirittura attribuiti allo stesso Demio), parrebbero essere invece degli interventi ottocenteschi.
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/1j570-00065/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).