Profeti
Semino, Ottavio
Descrizione
Autore: Semino, Ottavio (1530 ca.-1604)
Cronologia: ca. 1580 - ca. 1585
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: intonaco / pittura; stucco
Descrizione: Entro una partitura in stucco dorato prendono posto, negli spicchi di questa volta a padiglione, varie figure di Profeti e Sibille, attorno alla serraglia centrale che presenta l'immagine di Dio Padre, anch'esso dipinto su un fondo che in origine era completamente dorato. Nelle piccole lunette alla base della volta sono invece raffigurati degli angioletti.
Notizie storico-critiche: Di origine genovese, figlio di Antonio, anch'egli pittore come del resto era anche il fratello Andrea, con il quale collaborò nei primi anni di attività, Ottavio Semino compì almeno due soggiorni in area milanese (il primo dei quali avvenne dalla fine degli anni sessanta al 1573, il secondo prese avvio nel 1579 e si concluse con la morte nel 1601.), dapprima al servizio di eminenti personalità come Tommaso Marino, quindi impegnandosi nella decorazione della controfacciata della Certosa di Pavia (1566-1567), della cappella Fiorenza nella chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore (1571-1573), delle cappelle Bossi (1572) e Brasca (1575-1576) nella chiesa di Sant'Angelo. Nell'ottavo decennio del Cinquecento il pittore era dunque entrato nel giro delle commesse della Milano "carliana", come del resto testimoniano le lodi nei testi contemporanei, in particolare da parte del Lomazzo, che nei Rabisch (1589) gli dedica un intero sonetto definendolo tanto "perfetto nella pittura" da superare "gli altri pittori della città". Dotato di un carattere tutt'altro che conciliante (pare fosse stato allontanato da Savona in seguito a un omicidio e le fonti ricordano i suoi costumi "dissoluti e corrotti"), Semino promosse una pittura che recupera i modelli dei grandi maestri del Rinascimento e in particolare di Raffaello (apprezzati durante un viaggio a Roma e grazie alle testimonianze degli allievi presenti a Genova, oltre allo studio delle stampe di Marcantonio Raimondi), rileggendoli senza alcuna forzatura nè intento drammatico. La prima formazione del pittore, però, avvenne a Genova con Luca Cambiaso. La tendenza a "illustrare" più che a coinvolgere emotivamente lo spettatore si nota anche nella cappella di san Giovanni Battista, interamente dedicata al racconto delle gesta del santo, che si snodano sulle due pareti laterali e sulla volta. In quest'ultimo settore della cappella Semino rappresenta vari Profeti e Sibille la cui monumentalità, ma anche le stesse posizioni, sembrano recuperare modelli michalngioleschi. Si avverte, dunque, la tendenza a proporre soluzioni compositive mediate da altri maestri, segno di una generale mancanza di invenzione che accompagnerà Ottavio Semino per tutta la sua attività, accentuandosi negli ultimi anni. La datazione di questo intervento in Santa Maria delle Grazie cade all'inizio del secondo soggiorno milanese del pittore, avviato nel 1579.
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