Pertinenza decorativa
ambito lombardo
Descrizione
Ambito culturale: ambito lombardo
Cronologia: ca. 1490 - ante 1499post 1520
Tipologia: pertinenze decorative
Materia e tecnica: intonaco / pittura; bronzo; legno / pittura
Descrizione: L'apparato pittorico della cappella prevedeva, prima della parziale distruzione a causa dei bombardamenti intercorsi durante la Seconda guerra mondiale, tre lunette interamente affrescate con alcuni episodi relativi a santa Caterina d'Alessandria e a santa Caterina da Siena. Nella lunetta di sinistra, ancora conservata, sono visibili due episodi raffiguranti rispettivamente Santa Caterina d'Alessandria che cerca di convincere l'imperatore Massenzio a non adorare gli idoli e, dall'altra parte, la santa che disputa con cinquanta rettori. Le vicende riprendevano nella lunetta al centro della cappella, completamente distrutta e apprezzabile soltanto dalle foto: raffigurava un ulteriore passo della vicenda di santa Caterina d'Alessandria, relativo al Martirio dei sapienti. La parte destra della medesima lunetta introduceva invece alle storie di santa Caterina da Siena, con l'episodio dell'apparizione e, sullo sfondo, della sua vestizione dell'abito domenicano. Le vicende proseguono nella lunetta destra, assai danneggiata, con la santa tormentata dai diavoli, mentre distribuisce l'elemosina e in udienza da papa Urbano VI. Il busto scolpito di santa Caterina da Siena campeggia anche nella serraglia al centro della volta.
Notizie storico-critiche: Scoperti soltanto nel 1928, gli affreschi, ormai leggibili in uno stato di conservazione seriamente compromesso, consentono tuttavia di verificare ancora il loro elevato livello qualitativo, che qualifica la cappella come uno dei luoghi artistici più interessanti, ancorché un po' trascurati, della chiesa di Santa Maria delle Grazie. Sul piano dello stile si può ragionevolmente immaginare all'opera un pittore influenzato dalle architetture bramantesche, come si evince dalla notevole padronanza esibita nella scienza della prospettiva, benché le scene all'interno delle medesime lunette non siano quasi mai unificate dal punto di vista centrale. Si tratta, dunque, di un'interpretazione libera e ancora un po' impacciata della somma lezione di Bramante, sviluppata evidentemente da un maestro locale propenso a esibire un gusto fortemente antichizzante e denso di rimandi antiquariali, in passato identificato con Donato Montorfano (anche per via della famosa Crocefissione presente nel refettorio delle Grazie, sulla parete opposta rispetto a quella dell'Ultima cena di Leonardo) e più recentemente con Cristoforo de' Mottis, ma senza certezze. Le figure si caratterizzano inoltre per un accentuato senso plastico e una cer amonumentalità , derivata probabilmente dalla conoscenza di altri maestri attivi a cavallo tra Quattro e Cinquecento, come il bresciano Vincenzo Foppa e Ambrogio da Fossano detto il Bergognone; non è da escludere che l'anonimo pittore attivo nella prima cappella sinistra delle Grazie si fosse formato a contatto con il cantiere della Certosa di Pavia. Gli affreschi furono eseguiti intorno all'ultimo decennio del Quattrocento (probabilmente sostituendo una modesta decorazione di poco più antica), epoca in cui morì il giureconsulto Francesco Bolla (personaggio legato a Gian Galeazzo Sforza), ma non furono terminati, forse perché lasciati interrotti alla caduta di Ludovico il Moro, nel 1499. NellÂ'angolo a destra vicino alla cancellata in una nicchia di marmo, dal 1972 si conserva la reliquia della cappa di santa Caterina da Siena. Di recente come pala dÂ'altare è stato collocato un trittico su tavola firmato "M. NICOLAUS CREMONENSIS" e datato 1520 sul cartellino al centro.
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