Madonna
Baco, Jacomart (attribuito)
Descrizione
Autore: Baco, Jacomart (attribuito) (1411 ca.-1461)
Cronologia: post 1450 - ante 1460
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: olio su tavola
Misure: 38.9 x 57.3
Descrizione: La Madonna è raffigurata a mezzo busto, leggeremente girata di tre quarti, con lo sguardo rivolto verso il riguardante. Indossa un ampio velo bianco. La tavola è a fondo oro con decorazioni punzonate a motivi vegetali nella zona dell'aureola. In basso è dipinto un cartiglio con l'iscrizione: Ave Maria Gra[tia] Plena. Sul retro della tavola è abbozzata una scena di difficile decifrazione con una figura maschile circondata da sagome nere.
Notizie storico-critiche: Il dipinto entra nelle collezioni civiche di Como attraverso la donazione di Giovanni Antonio Galli di Rondineto del 1905. Nell'elenco delle opere donate al Museo di Como risulta che la tavola, indicata al n. 181 come " Ritratto di monaca; scuola del '400; autore ignoto", fu acquistata in Spagna. Esposta come opera di ignoto fiammingo del XV secolo alla "Mostra di pittura sacra" di Como del 1945-1946, nel 1953 fu presentata come opera di ignoto pittore spagnolo alla mostra di Messina dedicata ad Antonello, al quale venne avvicinata sulla base delle analogie con la cosiddetta S. Eulalia (Vergine leggente) del pittore siciliano nella collezione Forti (Antonello da Messina, 1953, p. 36). Recensendo la mostra di Messina Roberto Longhi (Longhi, 1953, pp. 22-23) segnalò i rapporti stilistici tra il dipinto di Como e le clarisse raffigurate nella tavola di Colantonio con S. Francesco che consegna la regola, databile al 1444-1445 (Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte). La Castelfranchi Vegas (Castelfranchi Vegas, 1966, p. 56), riprendendo tale osservazione, ha assegnato la tavola comasca a un maestro iberico-napoletano, mentre Ferdinando Bologna (Bologna, 1977, pp. 89-90) ne ha proposto con decisione l'attribuzione alla fase giovanile di Antonello da Messina. Un riferimento che non ha trovato accoglienza unanime negli studi, spingendo Pier Luigi De Vecchi a ribardirne il riferimento all'area valenzana, sottolineandone "le componenti linguistiche che caratterizzano il modo di filtrare e interpretare i modelli fiamminghi proprio di opere dipinte da maestri valenciani nel corso del quinto decennio del Quattrocento" (De Vecchi, 1981, p. 26). Anche la Castelfranchi Vegas, ha visto nell'opera comasca "un'accentuazione iberica più schietta" rispetto alla produzione di Antonello (Castelfranchi Vegas, 1998, 80). In questo ambito ha riscosso un credito sempre maggiore presso gli studiosi l'attribuzione al pittore valenciano Jacomart Baco, pittore di corte di Alfonso I d'Aragona a Napoli, con il quale fu a contatto lo stesso Antonello da Messina. Con tale attribuzione la tavola è stata esposta alla mostra "El Renacimiento Mediterraneo" curata da Mauro Natale presso il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid nel 2001 (Natale-Toscano 2001, pp. 323-328, n. 46). Il riferimento all'ambito figurativo valenzano è stato confermato anche negli ultimi studi sul pittore (Lucco 2006, p. 126, n. 1; Lucco 2011, p. 42), che hanno assegnato il dipinto alla produzione di Jacomart Baco e dell'allievo Pere Joan Reixac all'inizio del sesto decennio del Quattrocento. Il riferimento attributivo ad Antonello da Messina è stato tuttavia ribadito da Ferdinando Bologna in occasione dell'esposizione della tavola alla mostra monografica sul pittore messinese svoltasi presso il MART di Rovereto nel 2013-2014 (Bologna-De Melis 2013, pp. 10-11). Per quanto riguarda l'iconografia del dipinto, studi recenti hanno rilevato come l'età non giovanile mostrata dal volto della Vergine e il copricapo da lei indossato, tipico delle donne maritate, consentano di mettere in dubbio l'identificazione iconografica tradizionale di Madonna annunciata e spingano piuttosto a interpretarla come Virgo advocata, cioè una Madonna che intercede per la concessione delle grazie (Schmidt-De Vries 2002).
Collezione: Raccolte d'arte della Pinacoteca Civica di Palazzo Volpi
Collocazione
Como (CO), Musei Civici di Como. Palazzo Volpi
Credits
Compilazione: De Vecchi, P. L. (1979)
Aggiornamento: Virgilio, Giovanna (2000); Vanoli, Paolo (2014)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/1m020-00072/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).