Strage degli Innocenti
Nuvolone, Carlo Francesco
Descrizione
Autore: Nuvolone, Carlo Francesco (1609-1662), esecutore
Cronologia: post 1655 - ante 1660
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 89.5 cm x 72 cm (intero)
Descrizione: Il dipinto ad olio su tela è di formato rettangolare, con orientamento orizzontale. L'opera raffigura la scena dell'uccisione degli innocenti per volontà del re Erode: in primo piano, sulla sinistra della composizione, una donna appare inginocchiata a terra nell'atto di proteggere il proprio bambino da uno dei soldati del re, che cerca di strapparglielo dalle braccia mentre con la mano destra alza un pugnale pronto a colpire i due. Sulla destra un'altra donna inginocchiata, porta le mani giunte al petto, pregando per il figlio che giace morto a terra, dietro di lei. Alle spalle di quest'ultima, è raffigurata una terza donna con un neonato in braccio che cerca di fuggire ma viene trattenuta dai capelli da un altro aguzzino. Lo sfondo del dipinto è occupato nella parte destra e fino oltre alla metà della tela da un imponente struttura architettonica in pietra, che prosegue sulla sinistra con un ponte sopra il quale sono visibili in lontananza altri soldati che aggrediscono madri.
Notizie storico-critiche: Il dipinto è entrato a far parte delle collezioni civiche nel 1967, quando venne acquistato da Costanza Borgogna con l'attribuzione a Carlo Francesco Nuvolone e una datazione compresa tra il 1645 e il 1650. L'opera rimanda nell'iconografia e nell'impostazione all'affresco raffigurante il medesimo soggetto, realizzato dall'artista nella III cappella del Sacro Monte di Varese intorno al 1654, e dunque la critica ne ha confermato la paternità, ma spostandone la datazione al periodo compreso tra il 1655 e il 1660. Nei due dipinti è possibile riscontrare vicinanze quali la donna che tenta di fuggire con il bambino in braccio, o il fondale architettonico nel quale si intravedono sullo sfondo, sopra il ponte, altri soldati di Erode. La stesura pittorica sciolta rimanda alle opere della piena maturità di Nuvolone, quando l'artista lavorò a stretto contatto con il fratello Giuseppe, condividendone gli stilemi espressivi basati su una cultura figurativa lombarda, irrobustita da innesti emiliani ed echi genovesi. Egli lavorò soprattutto in Piemonte e in Lombardia come pittore di temi sacri ma non di rado, come il fratello, fu attivo anche nel mercato privato realizzando opere di piccolo formato appetite dai collezionisti aristocratici e borghesi.
L'episodio qui raffigurato è narrato nel Vangelo secondo Matteo (2,1-16), senza paralleli negli altri vangeli canonici. Il racconto segue l'episodio della fuga in Egitto, al tempo di Erode il Grande (73-74 a.C.): quest'ultimo, furente per essere stato tradito dai Magi che non sono tornati a riferirgli del loro viaggio a Betlemme, sente il suo trono minacciato dalla nascita del "Re dei Giudei" e, per essere sicuro che Gesù non gli sfugga, ordina di uccidere tutti i bambini dai due anni in giù nel territorio di Betlemme e dintorni. L'episodio termina ricordando come la strage degli innocenti avesse verificato una profezia biblica, narrata nel Libro di Geremia.
Dal punto di vista iconografico la scena della strage degli innocenti si diffonde nelle rappresentazioni artistiche sin dal primo Medioevo, caratterizzandosi per la dovizia di particolari nel raffigurare la lotta tra i soldati di Erode e le madri che cercano di proteggere i figli, uccisi nella maggior parte dei casi in modo barbaro (infilzati, decapitati, tagliati in due). Con il passare dei secoli l'interesse per l'episodio non diminuisce ma va caratterizzandosi sempre meno per la violenza e i particolari ripugnanti, pur non tralasciando la tragicità dell'evento. In epoca barocca, in particolare, le prove pittoriche si allontanano dalla rappresentazione del macabro e rispetto alle opere rinascimentali, nelle quali la scena era popolata da una miriade di personaggi, gli artisti si concentrano sull'azione essenziale, cercando di cogliere l'intensità emotiva del racconto nei gesti e negli sguardi delle madri, ultima protezione per i corpicini degli innocenti che giacciono composti a terra, quasi addormentati.
Collezione: Collezione del Civico Museo d'Arte Moderna e Contemporanea - Castello di Masnago
Collocazione
Provincia di Varese
Credits
Compilazione: Vanoli, P. (2008)
Aggiornamento: Uva, Cristina (2015)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/1o040-00056/
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