Storie di Cristo
Romanino, Girolamo
Descrizione
Autore: Romanino, Girolamo
Cronologia: post 1532 - ante 1534
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: intonaco / pittura
Descrizione: La decorazione occupa per intero le pareti, la volta e l'arco trionfale della chiesa, a aula unica, scandita da archi trasversali che dividono lo spazio in tre campate. Negli alzati sono definite due aree, quella superiore assai più alta di quella inferiore, che pare suggerire una predella di un polittico. La volta invece è ripartita in vele da una cornice architettonica. Le pareti scandirte da arcate a sesto acuto accolgono le storie della passione e resurrezione di Cristo, organizzate in modo che nella parte superiore siano raffigurate le scene più significative, ambientate all'aperto, mentre in quella inferiore alcuni momenti che precedono la morte e la resurrezione. Sulla volta, ciascuna campata ospita profeti, sibille o generici veggenti effigiati con cartigli recanti scritte. Altri otto veggenti sono negli ovali dei sottarchi, mentre sui pilastri tra le campate compaiono busti. I peducci delle volte accolgono putti a monocromo e infine sull'arco trionfale è dipinta l'Annunciazione con al centro Dio Padre benedicente.
Notizie storico-critiche: Romanino, poco prima della metà degli anni trenta del Cinquecento, ricevette l'incarico di decorare Santa Maria della Neve dai cittadini e dagli amministratori comunali di Pisogne, essendo la chiesa di proprietà della cittadinanza pubblica. Coerentemente con quanto voluto dalla committenza, l'artista realizzò un ampio e complesso programma iconografico incentrato sulla passione di Cristo, modificando così il tema delle pitture già esistenti, dedicate alla Madonna e all'infanzia di Gesù. Se la scelta dei soggetti è probabilmente da ricondurre all'esigenza di esprimere in pittura i contenuti fondamentali dell'ortodossia cattolica, le ragioni della convocazione di Romanino rimangono ancora ignote. Non si hanno documenti di precedenti rapporti tra l'artista e la comunità di Pisogne, che probabilmente venne indirizzata nella scelta dal semplice fatto che l'artista era in quegli anni uno dei migliori sulla piazza bresciana in materia di grande decorazione murale. Romanino, ormai nel pieno della maturità, porta alle estreme conseguenze la dilatazione formale, il pathos, l'accentuazoine cromatica, gli effetti luministici e la stesura disinvolta e arricchita da tratteggi scuri già sperimentati in precedenza. L'esito è straordinario per qualità artistica e per impatto emotivo, in linea con la sua arte impostata su un'immediatezza espressiva che carica le immagini di sentimenti impetuosi e di una spiritualità diretta, profonda, a volte persino esaltata.
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