Santa Margherita d'Antiochia con i Santi Girolamo e Francesco d'Assisi
Bonvicino, Alessandro
Descrizione
Autore: Bonvicino, Alessandro, pittore
Cronologia: 1530
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tavola / pittura a olio
Misure: 204 cm x 250 cm
Descrizione: I tre santi stanno in piedi all'interno di un portico definito da elementi architettonici di ispirazione rinascimentale: al centro c'è Margherita di Antiochia, la santa titolare dell'altare per cui venne realizzato il dipinto. La nicchia con la volta rivestita d'oro contribuisce a isolare e a metterne in rilievo la figura che è corredata, con chiarezza didascalica, dagli attributi utili a identificarla: la croce e il drago. A destra c'è S. Girolamo con il leone e il libro, vestito di una semplice tunica candida indossa però un manto rosso che evoca anche il titolo cardinalizio, mentre a sinistra compare S. Francesco, contraddistinto dal saio e dalla croce. Completano la composizione due angioletti che, appoggiandosi all'architrave, sostengono un festone con un cartiglio e dei limoni e creano un curioso contrappunto con i rilievi raffiguranti dei cherubini che caratterizzano la cornice architettonica che li sovrasta.
Notizie storico-critiche: Il dipinto costituiva la pala d'altare della quinta cappella di sinistra della chiesa di S. Francesco, dedicata al culto della santa. Questa collocazione spiega la posizione centrale di S. Margherita nella composizione. Dalla metà del XVII secolo fino agli anni trenta dell'Ottocento, tutte le guide della città ricordano la tela nella sua collocazione originaria; solo dalla metà dell'Ottocento viene spostata nel primo altare di destra, dove si conserva tuttora. Con ogni probabilità questo spostamento va messo in relazione con le vicende che coinvolgono la chiesa e l'edificio in epoca napoleonica quando molte delle opere d'arte della chiesa di S. Francesco vengono alienate o trasferite. Fra esse c'è anche la pala di Callisto Piazza del primo altare di destra che passa nella collezione Lechi e viene sostituita dall'opera del Moretto. Datata 1530, come documenta l'iscrizione ben visibile sul bel pavimento in marmi policromi che caratterizza la scena, è considerata una delle opere fondamentali del Moretto, nella quale l'artista elabora un linguaggio stilistico maturo e consapevole che unisce le suggestioni della cultura veneta caratterizzanti la sua formazione, agli spunti suggeriti dal confronto con le opere di Vincenzo Foppa e Girolamo Romanino e alle componenti di realismo e naturalismo prettamente lombarde. Ne nasce una composizione misurata e perfettamente calibrata in cui la luce fredda di ascendenza foppesca da rilievo alle figure, in cui le fisionomie dei tre personaggi in generale, e quella di S. Margherita in particolare, acquisiscono una bellezza umana e profana, in cui la pacata e morbida monumentalità delle figure si anima nei volti raffigurati di tre quarti o da sotto in su, in cui la resa dei particolari come vesti, posture, elementi architettonici, i dettagli anatomici di mani e piedi, raggiunge livelli mimetici della realtà straordinari.
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