Pavone

lapicidi longobardi

Pavone

Descrizione

Ambito culturale: lapicidi longobardi

Cronologia: post 640 - ante 660

Materia e tecnica: marmo / traforo

Misure: 122 cm x 73 cm x 7.5 cm

Descrizione: La lastra triangolare è caratterizzata lungo il lato inferiore da una fascia alta cm 9 che verso sinistra forma un rettangolo (cm 18 x 12), caratterizzata da motivi decorativi a intreccio (serie di anelli percorsi da due nastri intrecciati in diagonale e accordati ai cappi, disposti in modo da formare cerchi entro un quadrato). Il motivo non presenta elementi conclusivi alle estremità pur essendo la lastra integra. Sopra la fascia è scolpito a bassorilievo un pavone rivolto a sinistra con lunga coda e la zampa destra alzata. L'animale è circondato da un tralcio di vite e girali con grappoli d'uva e foglie che occupano lo spazio rimanente: i girali sono di varia ampiezza e disposti in modo degradante per ampiezza, in base alla superficie disponibile. La superficie retrostante della lastra è liscia.

Notizie storico-critiche: Questa lastra di ambone costituisce uno degli esempi più importanti e raffinati della scultura altomedievale in Italia e proviene con certezza dalla basilica di S. Salvatore nella quale è esposta tuttora. I dettagli del volatile, soprattutto il ricco piumaggio, sono resi con notevole capacità calligrafica che conferisce al rilievo movimento e naturalismo, memori della tradizione bizantina e tardoantica.
La lastra, insieme con una analoga e simmetrica di cui restano solamente tre frammenti, doveva costituire il parapetto di due scale affrontate che portavano ad un ambone, dal quale venivano letti i testi sacri e pronunciate le omelie nella chiesa innalzata dal re longobardo Desiderio. I due pavoni quindi dovevano risultare affrontati sul lato principale, simbolo evidente di Resurrezione e Immortalità dell'anima.
Il bassorilievo è a ragione ritenuto una delle sculture altomedievali di maggiore interesse, sia per le innegabili qualità stilistiche, sia per la sua notevole integrità. Conservato continuativamente nel monastero di S. Salvatore e S. Giulia, nel XVI secolo è preso a modello per una decorazione ad affresco dipinta sulle pareti di uno dei chiostri. A partire dall'Ottocento è stato costante oggetto di studio e caposaldo di ogni valutazione sul contesto della fabbrica di S. Salvatore.
La cronologia all'VIII secolo appare oggi pressoché concordemente condivisa. In particolare, si deve pensare a una sua collocazione entro la basilica di età desideriana. Il riesame globale della seconda fase edilizia di questo edificio di culto, sia dal punto di vista delle strutture che dell'apparato decorativo, e il confronto incrociato fra pitture, stucchi, terrecotte e elementi marmorei, indicano infatti con evidenza che la committenza del re longobardo era particolarmente sensibile alla ripresa programmatica di motivi e forme legate alla tradizione bizantino-ravennate. La sua erezione rappresenta il degno e prestigioso suggello di precise scelte politiche e tutto ciò che vi era contenuto doveva conformarsi ad esse, esibendo attraverso formule estetiche adeguate, riferimenti di più ampia portata, cosa che puntualmente avviene anche a proposito della lastra in esame e delle altre sculture appartenenti al medesimo ciclo decorativo.

Collezione: Collezione archeologica dei Civici Musei d'Arte e Storia di Brescia

Collocazione

Brescia (BS), Musei Civici di Arte e Storia. Santa Giulia - Museo della Città

Credits

Compilazione: D'Adda, Roberta (2014)

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