Cristo benedice i fanciulli
ambito veneto
Descrizione
Ambito culturale: ambito veneto
Cronologia: post 1800 - ante 1816
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: carta / matita
Misure: 494 mm x 375 mm
Descrizione: carta quadrettata a matita
Notizie storico-critiche: Sul cartone di supporto in basso a destra è la scritta, a matita marrone, in corsivo, "Luigi Sabatelli 1772-1850" probabilmente di mano di Riccardo Lampugnani. Sopra a questa scritta sono le iscrizioni, a matita, "D 32", "544" barrato e "4924".
Per ragioni stilistiche l'attribuzione indicata sul supporto non sembra attendibile, se si pensa a quanto Luigi Sabatelli aveva già fatto nel 1816, anno dell'iscrizione applicata sul retro: aveva per esempio già fatto stampare (1809-10) le incisioni dell'Apocalisse, tre delle quali sono state acquistate da Riccardo Lampugnani e sono oggi conservate al Museo Poldi Pezzoli, così come il disegno a penna con la Morte che si oppone a Satana che, datato 1808, mostra la grande abilità grafica raggiunta dall'artista. Nato a Firenze e professore di pittura all'Accademia di Brera dal 1808 al 1850, Sabatelli aveva esposto nelle sale dell'Accademia milanese nel 1814 un dipinto intitolato "Cristo in mezzo ai fanciulli", con «figure grandi al vero» secondo la citazione del dipinto nel catalogo dell'esposizione. Nel 1819 eseguì su commissione del conte di Ranzau, danese, un dipinto con lo stesso soggetto, che rimase al pittore a causa delle mutate condizioni finanziarie del conte (Sabatelli Gaetano, 1900); nel 1858 i figli di Sabatelli vendettero questo quadro al marchese Filippo Ala Ponzoni, che lo conservò nel suo palazzo di Cornigliano a Genova (ora Villa Durazzo-Bombrini), da lui successivamente affittato, nel 1864, e poi venduto nel 1865 - con i quadri della propria collezione (Olcese-Spingardi C., 1995) - a Vittorio Emanuele II di Savoia, che ne fece la residenza del figlio Odone. In seguito alla morte di Odone il palazzo fu comprato, nel 1868, da Lazzaro Patrone, proprietario anche del Palazzo Lomellini Patrone, acquistato dal Comune di Genova nel 1898 insieme ad alcune opere d'arte in esso custodite, tra le quali era presente il quadro "Gesù Cristo benedice i fanciulli" di Luigi Sabatelli (Olcese Spingardi C., 1999) oggi conservato presso la Galleria d'Arte Moderna di Genova-Nervi (inv. 331, olio su tela, cm 270x 345), nel cui catalogo è citato come «forse già nella raccolta di Filippo Ala Ponzone» (Giubilei M.F., 2004). Dove con "forse" si considera: 1) la possibilità che il dipinto non sia compreso tra le opere trasferite da Ala Ponzone a Parigi nel dicembre 1865 e poi lasciate dopo la sua morte nel 1885, in omaggio alla sua città natale, all'Accademia di Brera di Milano e che quindi Lazzaro Patrone, divenutone proprietario dopo i Savoia, lo avesse trasferito nel suo palazzo di città; 2) la possibilità che il dipinto appartenuto al marchese sia andato disperso. Il disegno del fondo Lampugnani corrisponde per soggetto ma non per iconografia - legata a modi compositivi neoclassici nel disegno, agli schemi più liberi del romanticismo storico nel quadro - al dipinto della GAM di Genova. E' ipotizzabile, considerate le dimensioni di quest'ultimo, che si tratti di una copia, eseguita da Sabatelli stesso, del quadro esposto a Brera nel 1814, con «figure grandi al vero». Lo stile e il segno pulito e incisivo del disegno rimandano invece a un artista di formazione neoclassica attivo nei primi decenni dell'ottocento. L'iscrizione applicata sul verso, firmata da Bartolomeo Gamba, bibliofilo e capo censore, più tardi divenuto bibliotecario alla Marciana, indica che si tratta di un foglio destinato a essere stampato, nell'ambito del Regno Lombardo-Veneto, da poco tornato sotto il dominio austriaco.
Una ricerca svolta presso l'Archivio di Stato di Venezia dal Direttore Raffaele Santoro, che qui ringrazio, esaminando sia i registri delle opere a stampa e dei fogli volanti licenziati dal Dipartimento di censura dall'istituzione dell'ufficio (15 giungo 1815) al 24 febbraio 1816, sia le opere esaminate dal capo censore Bartolomeo Gamba per lo stesso periodo, non ha dato riscontri precisi per il disegno qui esaminato, neppure estendendo la ricerca ai fogli di censura, in cui le opere oggetto di revisione venivano descritte in maggior dettaglio. Si potrebbe ipotizzare che il disegno fosse destinato a un'illustrazione a corredo di un volume, forse di argomento catechetico, opere di cui compaiono alcuni esempi nel protocollo delle opere riviste dalla censura per il periodo, nessuna tutavia in data 24 febbraio 1816.
Collezione: Collezione di disegni di Riccardo Lampugnani del Museo Poldi Pezzoli
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/2o050-00002/
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