Album glittografico n. 3 - Museo Sozzi
Vimercati Sozzi Paolo
Descrizione
Autore: Vimercati Sozzi Paolo (1801/ 1883)
Cronologia: ca. 1830 - ante 1883
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: carta / matita, penna
Misure: 170 mm x 103 mm
Descrizione: 51 fogli rilegati di carta bianca ingiallita; uno di questi, la pag. 49, non reca disegni nè scritte. Tra la pag. 47 e la pag. 49 è stata incollata all'album un'altra pagina, non numerata. Le pagine 2-10, 13-17, 20-29 recano la squadratura del foglio eseguita a matita dall'autore con due linee perpendicolari tracciate al centro della pagina.
Notizie storico-critiche: L'album è composto da 51 fogli rilegati, recanti il disegno e la descrizione di una parte della collezione di gemme e sigilli antichi e moderni appartenuta al conte Paolo Vimercati Sozzi (Milano 1801- Bergamo 1883). Curatore e studioso della sua ricchissima collezione di antichità, in parte donata alla città di Bergamo per sua volontà testamentaria, Sozzi aveva redatto in prima persona gli album, o cataloghi, degli oggetti da lui raccolti, oggetti che egli stesso raffigurava, negli anni in cui non poteva servirsi della fotografia (prima degli anni settanta), con disegni al tratto che cercavano di riprodurre fedelmente i manufatti, dei quali egli indicava anche la collocazione fisica nelle tavolette conservate molto probabilmente nei mobili bassi a vetrina della sua casa-museo di Bergamo (Caldarini-Mazzucchelli 2004, fig. 8). Molti di questi oggetti sono andati dispersi. In particolare, le gemme e gli album redatti per catalogarne la collezione, come l'"Album della Dattiloteca" e gli "Album glittografici n. 1, 2, 3" sono andati dispersi dagli eredi nell'asta indetta a Milano nel maggio 1893 (ibid., p. 191). Il piccolo album della collezione Lampugnani corrisponde alla breve descrizione inventariale data dalla studiosa del terzo dei tre album glittografici da lei non rintracciati della raccolta o "museo" Sozzi ma citati appunto con una succinta descrizione inventariale in altri documenti scritti dallo stesso Sozzi che invece ci sono pervenuti e sono conservati, come ci dice la studiosa, presso la Biblioteca civica Angelo Mai di Bergamo.
Le gemme dell'album glittografico n. 3 sono copiate a matita, ripassate a penna e brevemente descritte con l'indicazione dettagliata del materiale, cioè del tipo di pietra, del tipo di lavorazione (a rilievo o no) e della collocazione fisica dell'oggetto (le gemme erano conservate da Sozzi su delle tavolette o, nel caso degli intagli più preziosi, come quello di Giovanni Beltrami catalogato alla p. 1, «su cavalletto d'argento», «nell' armadio trasparente»). L' intento di Sozzi è di tipo documentario, scrupoloso ma più attento al dato scientifico o naturalistico (il tipo di pietra è sempre citato) e catalografico (sono sempre citati, accanto a ogni gemma, i numeri della tavoletta e della collocazione dell'oggetto all'interno di questa) piuttosto che formale e stilistico: è difficile distinguere se la gemma disegnata nell'album fosse antica o moderna; un po' più facile è riconoscere se si tratta di una gemma degli utimi decenni del settecento e della prima metà dell'ottocento. Alcuni (pochi) disegni di gemme riportano la firma dell'autore dell'intaglio o del rilievo (Beltrami, Pichler, Marchant, Berini, Bertioli, Mastini) e questo ha permesso l'identificazione della gemma, che in alcuni casi non risulta essere nota, per soggetto e materiale (v. la gemma firmata Berini a p. 11), negli studi specialistici di questo settore. La presenza di una gemma di Giovanni Beltrami doveva essere un elemento qualificante la raccolta Sozzi, e lo spazio maggiore dato alla sua raffigurazione nell'album, oltre che la sua particolare collocazione fisica, dimostrano la consapevolezza di Sozzi della qualità artistica alta dell'oggetto. Le pp. 12-16 e 41 recano il disegno di alcune pietre incise con la raffigurazione di stemmi gentilizi. E' possibile riconoscere due stesure, eseguite da Sozzi con un certo intervallo di tempo, dei disegni dell'album: la prima (pp. 1-11, 27-40, il disegno centrale a p. 41, pp. 42-45, p. 51) mostra una resa più sicura dei soggetti, un tratto più netto, un disegno più pulito; la seconda, riconoscibile da un inchiostro più scuro, comprende i disegni degli stemmi, delle "gemme literate" e delle pietre meno preziose o raffiguranti soggetti non accademici, copiati da Sozzi in un secondo momento (pp. 12-26, i disegni degli stemmi piccoli a p. 41, pp. 46-50).
La datazione estensiva proposta per la stesura dei disegni dell'album tocca il periodo dal 1830 circa, quando il giovane Sozzi intraprende i suoi primi viaggi nei Regni italiani, nel corso dei quali inizia a interessarsi alle antichità emerse negli scavi, a visitare le raccolte romane e ad acquistare reperti archeologici - nonostante l'entrata in vigore delle prime leggi di tutela del patrimonio - , e il 1883, anno della sua morte. La data ante quem è proposta per estensione ed è motivata dall'iscrizione presente sul verso della pagina non numerata inserita tra le pp. 47 e 48 che, nella calligrafia di Sozzi anziano, descrive alcune gemme indicando la data di acquisto di una di queste, 22 agosto 1880.
Ringrazio la dott.ssa Gabriella Tassinari per il prezioso aiuto dato nell'identificazione dei soggetti e degli autori degli intagli e dei cammei.
Collezione: Collezione di disegni di Riccardo Lampugnani del Museo Poldi Pezzoli
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/2o050-00164/
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