Vittoria/ Metide/ Baccante/ Figura maschile/ Ermes crioforo

Vimercati Sozzi Paolo

Vittoria/ Metide/ Baccante/ Figura maschile/ Ermes crioforo

Descrizione

Denominazione: Album glittografico n. 3 - Museo Sozzi

Autore: Vimercati Sozzi Paolo (1801/ 1883)

Cronologia: ca. 1830 - ante 1883

Tipologia: disegno

Materia e tecnica: carta / matita, penna

Misure: 170 mm x 103 mm

Notizie storico-critiche: Il disegno con n. 502 raffigura, con piccole varianti, un'iconografia molto diffusa nelle collezioni di gemme di fine settecento-inizi ottocento, iconografia da molti allora ritenuta antica e dal significato non chiaro; se ne trovava una anche nella collezione di Goethe; Sozzi ci informa nell'iscrizione di possedere un altro esemplare, in corniola. L'iconografia è stata oggetto di uno studio recente (Morricone Matini 1992) che ha preso le mosse da un rilievo marmoreo databile alla prima metà del cinquecento, conservato fin dal 1637 nella collezione sabauda di Torino, portato poi a Parigi nel corso delle spoliazioni napoleoniche e tutt'ora conservato al Louvre (ibid., fig. 61). Questo studio permette di vedere nella gemma raffigurata in questo disegno una replica di una gemma in pasta di topazio, che oggi risulta dispersa, che a sua volta è una variante della più famosa gemma, non antica, donata poco dopo il 1602 a Francesco IV re di Francia da Monsignor Rascas de Bagarris e ora conservata al Cabinet des Medailles della Bibliothèque Nationale di Parigi (ibid., figg. 34-35). La pasta di topazio venne eseguita da un intagliatore che faceva parte della cerchia di Cassiano dal Pozzo, al quale questa apparteneva, ed è nota a noi dall'incisione di P.A.Maffei nel volume "Gemme antiche figurate.." del 1708 (ibid, fig. 42); è plausibile, secondo la Morricone M., che anche la gemma di Parigi sia stata eseguita nella cerchia di Cassiano dal Pozzo, la cui famiglia era originaria di Torino. Vi sono raffigurate tre figure: una Menade vista di spalle mentre solleva un idolo, un'erma a torso di Pan, un satiro (che nel disegno Sozzi appare come una figura femminile) intento a bere da un corno (nel disegno Sozzi trasformato in un altro oggetto); l'insieme è il risultato dell'assemblaggio di questi singoli elementi, il principale dei quali noto in età antica (la Menade nello stesso atteggiamento appare in un cammeo proveniente da Pompei conservato al Museo Archeologico di Napoli, ibid., fig. 21; la collezione di gemme del cardinale Pietro Barbo, in parte confluita nel tesoro di Lorenzo il Magnifico, comprendeva due gemme con la stessa figura femminile, vedi ibid., pp. 20-21), da parte di un incisore moderno. La Morricone M. ha spiegato come questo assemblaggio sia stato ispirato, nel periodo compreso tra il 1530 circa e il 1602, oltre che dalla possibile conoscenza delle gemme della collezione Barbo e delle copie moderne da queste tratte, da due fonti figurative: l'iconografia del rilievo già a Torino e ora al Louvre, costituita dalla Menade ebbra reggente l'idolo affiancata da un busto-ritratto posto su una colonna; le figure di satiri e baccanti che suonano e delle erme di Pan, liberamente tratte dai disegni cinquecenteschi (molti dei quali eseguiti da Cassiano dal Pozzo) dei sarcofagi dionisiaci romani.
Non si può dire con certezza se la pasta vitrea ("finta sarda") e la corniola della collezione Sozzi presentassero realmente le varianti che appaiono nel disegno - oltre a quelle relative al satiro e al contenitore da cui questi beve, sopra indicate, il tipo dell'idolo che non sembra reggere un doppio flauto, come nell'incisione di Maffei, ma due brevi lacci svolazzanti, e il tirso che appare trasformato in una lancia, mentre i due svolazzi del tirso sono trasformati nelle ciocche di capelli al vento della figura femminile nella quale è stata "tradotta" la figura del satiro - o se queste varianti siano il risultato di una lettura non corretta di Sozzi o di colui che ha eseguito il disegno.
Il disegno con n. 505 presenta lo stesso problema, perchè riporta l'iconografia dell'Ermes crioforo con la variante dell'oggetto recato dal dio, non una testa d' ariete, come risulta in un calco di Giovanni Pichler, con lo stesso soggetto, conservato al Medagliere del Castello Sforzesco a Milano (Tassinari 2000, fig. 1 in basso, primo a sinistra), ma un oggetto non bene identificabile (due colombe?).
Accanto ai disegni con i nn. 504 e 505 sono disegnate due montature di anello, al cui interno sono le iscrizioni relative alle due gemme copiate.

Collezione: Collezione di disegni di Riccardo Lampugnani del Museo Poldi Pezzoli

Collocazione

Milano (MI), Museo Poldi Pezzoli

Credits

Compilazione: Iato, Valeria (2007)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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