Quadratura architettonica/ Carro del sole e e allegoria del Tempo
Piola Domenico (attr.); Sighizzi Andrea (attr.)
Descrizione
Autore: Piola Domenico (attr.) (1627/ 1703); Sighizzi Andrea (attr.) (1613/ 1684 post)
Cronologia: ca. 1675 - ca. 1699
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: carta / penna, inchiostro, acquerellatura
Misure: 322 mm x 345 mm
Descrizione: Riquadrato a penna. La parte architettonica è eseguita a penna, inchiostro bruno e acquerello bruno su carta bianca; la parte figurata è disegnata su un secondo foglio, ritagliato e applicato al primo, a penna, inchiostro bruno e acquerello grigio.
Notizie storico-critiche: Riccardo Lampugnani ha acquistato questo interessante studio per soffitto in una data certamente anteriore al 1973: una foto del disegno, scattata nel mese di aprile di quell'anno, è infatti conservata nell'album D. 11. Il collezionista ha annotato, accanto alla foto, una proposta di attribuzione a padre Andrea Pozzo e un possibile confronto con gli affreschi di Mondovì (pubblicati in L. Mallé "Le arti figurative in Piemonte", p. 269); un altro appunto riferisce il suggerimento di Mercedes Viale Ferrero, che pensava ad un artista vicino a Daniele Seyter; ma nessuno dei due nomi,a mio parere, può essere confermato.
Il dsegno, di qualità raffinatissima, è un documento raro: due mani diverse hanno realizzato la complessa struttura architettonica, cesellata fin nei più minuti dettagli decorativi, e l'elegante allegoria del "Carro del Sole" accompaganto dal "Tempo", con quelle figure guizzanti e sinuose rapidamente delineate a penna e modellate, con morbidezza, a pennello ed acquerello grigio; al modo che usa, ad esempio, Domenico Piola nello studio per la "Allegoria del Tempo" di Palazzo Baldini a Piacenza, del 1685 circa (cfr. E.Gavazza "Lo spazio dipinto. Il grande affresco genovese nel '600", Genova 1989, p. 192, n° 282); o, ancora, nel disegno preparatorio per l'abside della chiesa di San Leonardo a Genova, assai simile a questo della collezione Lampugnani per la tecnica usata (cfr. "Genovesi a Milano. Disegni di Palazzo Rosso e dipinti di Brera", a cura di P. Boccardo, catalogo della mostra, Milano 2000, p. 39, n°49). La macchina complessa della quadratura architettonica, articolata su diversi registri sovrapposti, ornata finemente di cornici dentellate, conchiglie e volute, e accuratamente calibrata nell'alternarsi di cavitè e sporgenze, è assai vicina, mi sembra, alle cose sicure di Andrea Sighizzi (o Seghizzi; Bologna 1613-post 1684), pittore bolognese che, sul finire del XVII secolo, è frequente collaboratore dei figuristi genovesi: di Valerio Castello, ad esempio, nel palazzo genovese di Francesco Maria Balbi (Gavazza cit., 1989, p. 20); di Domenico Piola, appunto, e di Gregorio de Ferrari in Villa Balbi allo Zerbino, verso il 1683 (Gavazza cit., pp. 136-143). Il progetto della raccolta Lampugnani è quindi, a mio avviso, da collocare nell'ambito della grande dcorazione genovese della fine del '600: di Piola e di Seghizzi, in particolare; anche se per il momento, purtroppo, non è stato possibile trovare riscontri esatti nella produzione dei due pittori; restano, assai sensibili, le affinità, tali da giustificare, mi sembra, una prima proposta di attribuzuione.
Collezione: Collezione di disegni di Riccardo Lampugnani del Museo Poldi Pezzoli
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/2o060-00198/
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