Carita'
Gandolfi Mauro
Descrizione
Autore: Gandolfi Mauro (1764/ 1834)
Cronologia: ca. 1800 - ca. 1824
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: pergamena applicata su tavola / matita, acquerellatura
Misure: 353 mm x 261 mm
Descrizione: Ad acquerello grigio, nero e rosso, con tracce di matita su pergamena. Leggermente riquadrato a matita.
Notizie storico-critiche: Questa "Carità" di Mauro Gandolfi, un acquerello su pergamena di grande raffinatezza, apparteneva in origine alla raccolta di Giuseppe Gargantini, ed è giunta nella collezione di Riccardo Lampugnani grazie all'eredità della madre, signora Rita Gargantini Piatti; nel 1997 è stata esposta alla mostra dedicata alla collezione di Riccardo Lampugnani che il Museo Poldi Pezzoli ha organizzato nel 1997 ("Riccardo Lampugnani: una collezione milanese donata al Museo Poldi Pezzoli", Milano 1997, p. 19, n° 33). Una foto del disegno, non datata, è conservata nell'album Lampugnani D. 2: accanto a questa, il collezionista milanese ha posto per confronto una foto del "Sogno lieto" di Mauro Gandolfi, anch'esso eseguito ad acquerello su pergamena, passato in asta presso Sotheby's, Londra, nel dicembre 1983, e ora conservato nella collezione romana di W. Apolloni (A. Cera, a cura di, "Disegni, acquerelli, tempere di artisti italiani dal 1770 ca. al 1830 ca.", Bologna 2002, vol. II, tav. 16; P. Bagni "I Gandolfi. Affreschi, dipinti, bozzetti, disegni", Bologna 1992, p. 499). Le due opere sono in effetti legate da affinità notevoli: è identica la tecnica inconsueta, un finissimo acquerello policromo steso a brevi tratti e piccoli punti su un foglio di pergamena, quasi a simulare la resa di una acquatinta; è identica la straordinaria levigatezza formale delle morbide forme tornite della donna e dei putti, accarezzate da luci sottili; ed è assai simile, infine, l'atmosfera sognante delle due scene. Il "Sogno lieto di Mauro Gandolfi" è firmato e datato 1811: l'artista lo eseguì a Bologna, qualche anno dopo il suo ritorno da Parigi, e nel 1819 lo espose all'Accademia di Brera, a Milano (Bagni cit., p. 472). La "Carità" Lampugnani e il "Sogno" appartengono ad un piccolo gruppo di opere che Mauro Gandolfi realizzò, con la stessa tecnica, nel volgere di pochi anni: la prima nota è la "Giuditta con la testa di Oloferne" che l'artista bolognese trasse dal celebre dipinto di Cristofano Allori tra il 1801 e il 1805, durante il suo soggiorno parigino; il disegno era preparatorio per una incisione destinata a documentare il quadro che si trovava allora nel Musée Napoléon; una seconda lastra della stessa composizione Mauro Gandolfi la eseguì diversi anni più tardi per il calcografo fiorentino Luigi Bardi, e l'incisione fu esposta, con il "Sogno lieto", alla mostra braidense del 1819 (Bagni cit., p. 472 e p. 498). A queste si può aggiugere il "Commiato", o "Gruppo familiare" di collezione privata (Bagni, cit., e Cera, cit., vol. II, n. 7), che ripete, con qualche variante, la composizione dell'incisione nota come la "Pellegrina", che Riccardo Lampugnani conservava nella sua collezione (cfr "Riccardo Lampugnani...", cit. p. 19, n.34), e che, come già era stato notato in occasione della mostra del 1997, è assai vicina alla "Carità": si vedano, ad esempio, i tratti del volto della donna, e l'identica resa sottilmente sfumata dei toni di luce. Non è impossibile, quindi, che anche l'acquerello con la "Carità", come questo con il "Commiato", sia legato al progetto per una incisione: finora, però, non se ne è trovata traccia. Resta da fare un'ultima considerazione: la figura della donna della "Carità" Lampugnani, con il bimbo attaccato al seno, compare anche in una incisione di Mauro Gandolfi conservata nella Raccolta delle Stampe della Pinacoteca di Bologna (G. Gaeta Bertelà "Incisori bolognesi ed emiliani del sec. XVIII", Bologna 1974, pp. non numerata, scheda 318); la stampa non è datata, ma fu eseguita nella Calcografia di Mauro Gandolfi, e quindi tra il 1798, anno in cui l'artista bolognese dà inizio alla sua attività di incisore, e il 1801, quando Mauro lascia Bologna e parte per Parigi con una borsa di studio dell'Istituto delle Scienze e delle Arti (Bagni, cit., pp. 468-473) . Alcune ingenuità di tratto, che rivelano una mano ancora poco addestrata e la resa formale piuttosto approssimativa potrebbero, a mio avviso, confermare l'potesi che la stampa bolognese sia una delle prime prove, in questo campo, di Mauro Gandolfi.
Collezione: Collezione di disegni di Riccardo Lampugnani del Museo Poldi Pezzoli
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/2o060-00314/
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