Progetto per tripode
ambito lombardo
Descrizione
Ambito culturale: ambito lombardo
Cronologia: ca. 1800 - ca. 1810
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: carta / matita, acquerellatura
Misure: 95 mm x 100 mm
Descrizione: A matita e acquerelli colorati giallo e bruno su carta bianca.
Notizie storico-critiche: Il disegno, come ricorda un breve appunto che Riccardo Lampugnani ha annotato a matita sul verso della cornicetta, fu regalato al collezionista milanese da Federico Falck la vigilia di Natale del 1986.
Il timbro a secco posto in alto a sinistra è di notevole interesse: ignoto al repertorio del Lugt, è stato individuato di recente sui disegni della collezione di Umberto Osio e segnala l'antica appartenenza del foglio alla collezione dei duchi Litta Visconti Arese, antica e nobile famiglia milanese che raggiunse l'apice delle sua fortuna durante l'età napoleonica (cfr. G. Fusconi, a cura di, "L'artista e il suo atélier. I disegni dell'acquisizione Osio all'Istituto Nazionale per la Grafica", catalogo della mostra, Roma 2006, p. 206, n. 16).
La scritta antica posta nella parte bassa del disegno ricorda, con ogni probabilità, solo l'invenzione di Andrea Appiani per questo tripode ornato di aquile imperiali e di un bassorilievo all'antica sulla fascia che racchiude la coppa: il confronto, infatti, con i disegni che il celebre artista milanese realizzò per l'ebanista Maggiolini e che, con pochi altri, documentano l'attività di Appiani come progettista di arti decorative, non permette di confermare l'attuale attribuzione. Il tratto, nei fogli conservati presso il Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco (Fondo Maggiolini, MAG. 12. B. 22; MAG. 15. B. 25; MAG. 24. B.14; MAG. 13. B. 23, si veda anche l'articolo di G. Beretti in "Rassegna di Studi e Notizie", vol. XXII, anno XXV, 1998, pp. 39-92 ) che ho potuto esaminare grazie alla cortesia della dott. Arnalda Dallaj, è lieve e preciso, e l'acquerello delicatamente sfumato: rigido, invece, e impacciato il segno che traccia i contorni del tripode Lampugnani, e pesante la mano che, a larghe campiture, stende il colore.
Non è impossibile che l'anonimo autore del foglio Lampugnani, certamente lombardo e attivo all'inizio del XIX secolo, riprenda qui, per memoria, un progetto pensato da Appiani per la corte imperiale: l'anno che la scritta annota, infatti, il 1805, è di particolare importanza per l'artista lombardo, che riceve la nomina a pittore ufficiale di Napoleone, e a Napoleone alludono tutti gli emblemi che compaiono sul tripode, l'aquila con il folgore, la lira, la corona d'alloro. Nel 1805, inoltre, l'imperatore francese celebra a Milano la propria incoronazione a re d'Italia. Si potrebbe pensare, quindi, che il tripode disegnato da Appiani facesse parte dell'apparato predisposto per la cerimonia, anche se questa ipotesi, per ora, non è confermata da alcuna prova: ma non è forse un caso che il foglio Lampugnani rechi il timbro di collezione della famiglia Litta Visconti Arese, e che Antonio Litta, nominato duca per volontà di Napoleone, fosse a fianco dell'imperatore in qualità di gran ciambellano durante le celebrazioni del 1805.
Collezione: Collezione di disegni di Riccardo Lampugnani del Museo Poldi Pezzoli
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/2o060-00317/
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