Achille a Sciro

Dell'Era Giovan Battista

Achille a Sciro

Descrizione

Autore: Dell'Era Giovan Battista (1765/ 1799)

Cronologia: ca. 1790 - ca. 1799

Tipologia: disegno

Materia e tecnica: carta / penna, inchiostro

Misure: 440 mm x 282 mm

Descrizione: A penna e inchiostro bruno; riquadrato a penna.

Notizie storico-critiche: Il disegno, di bellissima qualità, è da assegnare a Giovan Battista Dell'Era, per confronto con alcuni suoi fogli di sicura attribuzione: il bassorilievo antico che compare al verso è infatti molto vicino, a mio avviso, agli altri che Dell'Era copia in alcuni studi conservati nel Museo Civico di Treviglio, di identica fattura e tracciati con segno a penna ugualmente elegante e sciolto (si veda E. Calbi, N. Fabbri, a cura di, "I disegni di Giovan Battista Dell'Era nel Museo Civico di Treviglio", Casalecchio di Reno, 1997, vol.III, pp. 46-55). In quella serie, Dell'Era studia alcuni tra i più celebri rilievi antichi conservati in collezioni romane, e in particolare la serie che apparteneva allora alla raccolta Aldobrandini: il "Trionfo di Ercole e Bacco in India", "Ippolito e Fedra", "Diana ed Endimione", e "Apollo e le Muse" (erroneamente indicato da E. Calbi e N. Fabbri, 1997, cit., p.52, come appartenente all'antica collezione Giustiniani, sulla scorta del celebre repertorio di Salomon Reinach, ma in realtà di provenienza Aldobrandini; cfr. E. Angelicoussis "The Woburn Abbey collection of classical antiquities", Mainz am Rhein, 1992,n. 65).
L'"Achille a Sciro" del disegno Lampugnani appartiene alla stessa serie: un tempo collocato sulle pareti della scalinata della chiesa di Santa Maria in Aracoeli, fu acquistato probabilmente verso la fine del XVII secolo dai principi Aldobrandini, che lo destinarono alla loro ricca collezione di antichità conservata nella villa di Frascati; lì, probabilmente, nel corso degli anni '90 del '700, all'epoca del suo soggiorno a Roma, lo vide Dell'Era e lo copiò. A quel tempo, però, la grande casata romana era già estinta: dal 1767, infatti, il titolo di principe Aldobrandini spettava al secondogenito dei Borghese; e fu probabilmente Francesco Borghese, nel 1815, a vendere, per il tramite di Pietro Camuccini, la raccolta di rilievi antichi al duca di Bedford, che li riunì nella propria residenza di Woburn Abbey, dove si trovano tuttora (cfr. E. Angelicoussis, 1992, cit., pp. 88-90, n. 66).
Al recto del foglio Lampugnani, Dell'Era ha tracciato con mano veloce una deliziosa scena di gruppo in taverna: un pittore, di cui ameremmo conoscere l'identità, si appresta a ritrarre i compagni seduti al tavolo di una osteria romana, e intenti ad una discussione animata; l'atmosfera ricorda quella dei ritratti di gruppo nati nell'ambito della celebre "Accademia dei Pensieri" che, promossa da Felice Giani e animata da numerosi artisti italiani e stranieri, ebbe vita breve nella Roma dell'ultimo decennio del XVIII secolo. Quei ritratti nacquero come privata testimonianza dell'intenso legame intellettuale ed affettivo che univa i protagonisti di quella breve stagione, a cui anche Giovanni Battista Dell'Era ebbe modo di partecipare (cfr. A. Ottani Cavina "Felice Giani 1758-1823 e la cultura di fine secolo", pp. 35-41). Il disegno, per il finissimo tratto a penna e l'acquerello sapientemente dosato in lievi stesure liquide, appartiene sicuramente all'attività matura di Giovan Battista Dell'Era: si veda, ad esempio, per confronto, il "Ritratto della moglie Maria Teresa Raggi" del 1796 circa (Treviglio, Museo Civico; cfr. E. Calbi, a cura di, "Giovan Battista Dell'Era 1765-1799. Un artista lombardo nella Roma neoclassica", catalogo della mostra, Milano 2000, p. 225, cat. 156)), o il "Gioco della dama in casa Siriès", databile al 1798-1799 (Firenze, Uffizi, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe; in E. Calbi, a cura di, Milano 2000, cit., p. 231, cat. 163).

Collezione: Collezione di disegni di Riccardo Lampugnani del Museo Poldi Pezzoli

Collocazione

Milano (MI), Museo Poldi Pezzoli

Credits

Compilazione: Monaco, Tiziana (2008)

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