Scena raffigurante un luogo solitario con una casa vicino ad un lago
Vacca Luigi (attr.)
Descrizione
Identificazione: PAESAGGIO LACUSTRE
Autore: Vacca Luigi (attr.) (1778/ 1854)
Cronologia: ca. 1833
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: carta bianca / inchiostro bruno, acquerellatura grigia
Misure: 345 mm x 255 mm
Notizie storico-critiche: La scena venne utilizzata per il II atto del Ballo realizzato dal coreografo Monticini per l'opera "La straniera" di V. Bellini su libretto di F. Romani presentata al Regio nel 1831 e riproposta nel 1832. Essa è stata esposta in occasione della mostra torinese del 1980 con il titolo "Luogo solitario nelle vicinanze di Montolino. Strada che mette alla montagna, ed alla capanna della straniera. Fontana da un lato". Insieme a questo disegno, indicato in collezione privata (cfr. Cultura figurativa ..., p. 852), veniva proposto un altro dedicato alla stessa opera realizzato sempre da Vacca ed appartenente all'Accademia Albertina di Torino, intitolato "Foresta nelle vicinanze di Montolino. Vedesi in distanza la capanna di Alaide" (op. cit., p. 852) realizzato per l'opera e forse riutilizzato per il successivo ballo. Il successo dell'opera "La straniera" di Bellini aveva infatti determinato la riproduzione di numerose repliche del ballo di Monticini, che veniva proposto ancora nel 1833, due anni dopo la rappresentazione dell'opera al Regio di Torino. La Viale Ferrero, che sottolinea che un paesaggio analogo era già previsto anche nella stessa opera, ritiene che "Il gusto sembra accostabile a quello dei disegni di Francesco Bagnara per la "Donna del lago" di Rossini a Venezia; qui tuttavia la composizione è al tempo stesso semplificata nelle strutture ed arricchita di un più forte timbro emotivo, evocante una Bretagna medievale cavalleresca e misteriosa", secondo quel gusto già romantico che caratterizza le opere del Vacca a questa data. Del disegno esiste un'altra versione molto simile a questa conservata presso l'Accademia Albertina di Torino, segnalata dalla Viale Ferrero (op. cit., p. 853). E' infine interessante riportare questo giudizio del critico contemporaneo Paolo Luigi Raby, comparso sulla Gazzetta Piemontese all'indomani dello spettacolo (28/12/1833): "Bellezza di scenari, parto sempre felice della feconda immaginativa e del franco pennello dei nostri barbassori Sevesi e Vacca , sfoggio di sfarzoso analogo vestiario, quantità di comparse e di attrezzi, varietà di praticabili, e discreta esattezza del macchinismo sono i mezzi che non risparmiò l'impresario per rendere gli spettacoli d'opera e di ballo non indegni del Regio Teatro, e del pubblico favore".
Collezione: Collezione di disegni di Riccardo Lampugnani del Museo Poldi Pezzoli
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/2o070-00015/
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