Studio per tre figure mitologiche
Morgari Giuseppe (attr.)
Descrizione
Identificazione: FIGURE FEMMINILI
Autore: Morgari Giuseppe (attr.) (1788/ 1847)
Cronologia: ca. 1820 - ca. 1840
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: carta giallina / inchiostro bruno
Misure: 298 mm x 197 mm
Notizie storico-critiche: Il disegno è forse da ascrivere al capostipite della famiglia Morgari, Giuseppe, attivo a Torino nella prima metà dell'800, il quale si dedicò soprattutto alla raffigurazione di animali, come pure a nature morte, fiori e paesaggi, nominato per la sua abilità di prospettico e decoratore, scenografo di corte dal sovrano Carlo Felice, carica in seguito mantenuta con il re Carlo Alberto; fu quindi direttore della Reale Fabbrica di Arazzi del Castello Valentino di Torino. La sua formazione avvenne presso il Pecheux dal quale Giuseppe acquisì le innovazioni introdotte a Roma dal diffondersi della cultura neoclassica, come sembrerebbe evidenziare questo studio realizzato probabilmente per la decorazione di un vaso o riproducente l'ornamentazione di un vaso greco, secondo quanto rivelano le indicazioni fornite dall'autore stesso di fianco alle figure femminili panneggiate, di cui una seduta su un tipico sedile greco. Esse rivelano comunque strette analogie con la decorazione vascolare, come sembra attestare le note apposte a fianco delle immagini, di cui esistevano dei veri e propri repertori ai quali poter attingere: i primi e più famosi erano le due edizioni, la prima del 1767-76 di P. F. Hugues, Barone d'Hancarville, delle "Antiquitès Etrusques, Grecques et Romaines, tirées du Cabinet de M. William Hamilton, Envoyé extraordinaire et plénipotentiaire de S.M. Britannique en Cour de Naples", la seconda curata dal pittore tedesco W. Tischbein nel 1789-90. Come è stato recentemente sottolineato "La pubblicazione di questi volumi in folio, correlati di tavole colorate in rosso e nero (in pochissimi casi sono stati curati altri colori) ebbe un'influenza incalcolabile sulla produzione artistica degli ultimi decenni del Settecento. Un nuovo modello dell'antichità classica, radicalmente differente da quello della scultura, entrò con essi a far parte del patrimonio visivo dell'artista neoclassico: è la pittura vascolare greca fatta di pochissimi colori, superfici piatte, nessun senso della profondità e un uso modernissimo della linea come unico mezzo espressivo" con una "marcata tendenza all'astrazione lineare, all'uso del disegno a semplice contorno" (Neoclassicismo in Italia, p. 416), che appare evidente anche nelle figure del disegno qui esaminato. Alcune analogie possono essere riscontrate con le decorazioni dei vasi del cosiddetto gabinetto etrusco realizzato da Pelagio Palagi per il Castello di Racconigi nel 1834.
Collezione: Collezione di disegni di Riccardo Lampugnani del Museo Poldi Pezzoli
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/2o070-00105/
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