Studio per cinque figure mitologiche/ Studio per tre figure mitologiche

Morgari Giuseppe (attr.)

Studio per cinque figure mitologiche/ Studio per tre figure mitologiche

Descrizione

Identificazione: FIGURE FEMMINILI E MASCHILI

Autore: Morgari Giuseppe (attr.) (1788/ 1847)

Cronologia: ca. 1830 - ca. 1840

Tipologia: disegno

Materia e tecnica: carta bianca / inchiostro bruno

Misure: 182 mm x 277 mm

Notizie storico-critiche: Il disegno è forse da ascrivere al capostipite della famiglia Morgari, Giuseppe, attivo a Torino nella prima metà dell'800, il quale si dedicò soprattutto alla raffigurazione di animali, come pure a nature morte, fiori e paesaggi, il quale venne nominato, per la sua abilità di prospettico e decoratore, scenografo di corte dal sovrano Carlo Felice, carica in seguito rinnovata dal re Carlo Alberto e quindi direttore della Reale Fabbrica di Arazzi del Castello del Valentino. La sua formazione avvenne presso il Pecheux dal quale Giuseppe acquisì le innovazioni introdotte a Roma dal diffondersi della cultura neoclassica, come sembrerebbe evidenziare questi studi con figure mitologiche nude e panneggiate variamente atteggiate. Secondo A. Dragone Morgari seppe affrancarsi dal suo gusto "sostanzialmente attardato", legato ai modi ancora settecenteschi di talune decorazioni, "nella più libera sua produzione scenografica, in qualche modo aperta su quel mondo in cui s'era manifestato imminente l'approdo al neoclassicismo albertino, con opere che gli valsero anche il titolo di scenografo di corte (...)". Difficile dire se questi studi siano da porre in relazione con opere di teatro o con l'ornamentazione di ambienti. Essi rivelano pure analogie con la decorazione vascolare (cfr scheda n. 00642415). L'ipotesi più attendibile è che si tratti di studi per decorazione. Va infatti ricordato che in questi anni si andava realizzando il cosiddetto gabinetto etrusco ideato da Pelagio Palagi ed eseguito da Gabriele Capello per Carlo Alberto nel Castello di Racconigi (1834), in cui l'intero arredo venne creato ispirandosi ai modi figurativi della pittura greca, con il quale le figure in esame recano varie analogie (cfr. Il bello "ritrovato", p. 233-5, 432-33). Il tratto lineare, qui particolarmente netto e sicuro, evidenzia comunque la notevole preparazione tecnica del loro autore. Qualche leggere analogia si può riscontrare nell'impostazione delle figure con le fanciulle danzanti che compaiono nel plafone eseguito per il Teatro Regio nel 1837 da Pelagio Palagi, evidenti in parte soprattutto nel disegno acquerellato del Gabinetto di disegni e stampe della Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio di Bologna (Arcano Incanto, 1991, pp. 441-97).

Collezione: Collezione di disegni di Riccardo Lampugnani del Museo Poldi Pezzoli

Collocazione

Milano (MI), Museo Poldi Pezzoli

Credits

Compilazione: Ranzi, Anna (2006)

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