Scena con grandioso tempio in stile romano-egizio
Zanichelli Prospero (attr.)
Descrizione
Identificazione: Architettura illusionistica
Autore: Zanichelli Prospero (attr.) (1684/ 1772)
Cronologia: ca. 1700 - ca. 1749
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: carta bianca / inchiostro bruno, acquerellatura bruna
Misure: 330 mm x 225 mm
Notizie storico-critiche: Il riferimento allo Zanichelli si deve all'attribuzione che compare sul supporto allegata dal collezionista Lampugnani, che si riferisce probabilmente all'epoca dell'acquisto (come dallo stesso appuntato in data 9/1963), in cui compare una descrizione dettagliata del disegno e la relativa valutazione; viene inoltre segnalato di confrontare con la tav. 14 del catalogo della "Mostra di scenografi reggiani dal XVII al XX secolo", a c. M. Degani, del 1957. Il confronto proposto non è risultato particolarmente esaustivo. Più utile appare esaminare le opere che vengono riportate nel volume "L'arte del Settecento emiliano. Architettura, scenografia, pittura di paesaggio" dei Musei Civici di Bologna (1979-80): qui nella sezione dedicata alla scenografia (a c. D. Lenzi, pp. 157-242) compaiono studi dello Zanichelli, di diverso soggetto, che rivelano qualche analogia con il disegno in esame (p. 286). Interessante anche il confronto con le scenografie riprodotte nel catalogo curato da M. Pigozzi dedicato a Francesco Fontanesi ("F. Fontanesi 1751-1795. Scenografia e decorazione nella seconda metà del '700", Reggio Emilia, 1988) in cui vi sono due progetti di decorazione (rispettivamente dei Civici Musei di Reggio Emilia e della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, nn. 12-13 del catalogo, pp. 52-53) che evidenziano un analogo modo di comporre con prospettiva fortemente angolata in diagonale a sinistra, di ascendenza bibienesca (si veda in tal senso M. Pigozzi , "I Bibiena a Reggio: dalla scenotecnica alla scenografia. Prassi, teoria, traduzione" in "Civiltà teatrale e Settecento emiliano", a c. S. Davoli, Bologna 1986, pp. 207-22), nonchè il gusto insistito per il chiaroscuro, con la luce radente che colpisce il primo piano e le ombre portate che danno il senso della profondità alla scena (si veda anche il modo di ombreggiare le statue). Lasciano invece perplessi lo schematismo e l'eccessiva essenzialità della composizione, non consuete dei modi di Zanichelli solitamente caratterizzati da ritmi sinuosi e da un ridondante lessico decorativo.
Collezione: Collezione di disegni di Riccardo Lampugnani del Museo Poldi Pezzoli
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/2o070-00154/
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