Figura maschile
primitivo Bambara
Descrizione
Ambito culturale: primitivo Bambara
Cronologia: 1800 - 1849
Materia e tecnica: terracotta / modellatura; piume
Misure: 12 cm x 13 cm x 31 cm
Descrizione: Immagine di antenato , figura stilizzata con braccia e testa
Notizie storico-critiche: Primitivo Bambara, regione di Bougouni, Mali. Si veda l'expertise di Franco Monti allegato alla documentazione fotografica. Figura a mezzo busto di colore bruno-rossastro con ventre prominente e braccia aderenti al corpo che si piegano a sorreggere il mento. Le piume che compaiono sulla testa, lungo lÂ'acconciatura a cresta saggitale, così come i due fori al centro
delle orecchie e le tracce di aspersioni sulla superficie fanno supporre un uso sacrificale della statua. La figura doveva avere un numero maggiore di piume sulla testa come si desume dalla presenza di altri piccoli fori. Il volto presenta occhi ellissoidali forati disposti obliquamente, naso a base triangolare e bocca aperta. Se la scultura in legno e quella in metallo sono in Mali e più in generale in Africa una prerogativa maschile, la
lavorazione della terracotta è invece un ambito prettamente femminile. So
lo in pochissimi situazioni, come fra gli Hausa della Nigeria, sono gli uomini a produrre il vasellame, oppure a creare terrecotte figurative lasciando la produzione utilitaria alle donne. Nella maggior parte dei casi non viene fatta alcuna distinzione di principio fra statuaria in terracotta e vasellame e spesso anzi le due cose stanno insieme, la statuaria avendo come base il vaso e il vaso avendo come coperchio, tappo o imboccatura una figura. La lavorazione della terracotta rientra spesso tra le competenze richieste a ogni donna ma può assumere anche le caratteristiche di unÂ'att
ività professionale specializzata. Nelle savane dellÂ'Africa occidentale
le vasaie sono le mogli dei fabbri, la cui attività si trasmette eredita
riamente. In Mali lÂ'arte della terracotta risale indietro nel tempo con
testimonianze archeologiche che nel Delta interno del fiume Niger (il triangolo Ke Macina, Mopti, Djenné) hanno potato alla luce una statuaria dall
a ricca iconografia risalente al IX -XV secolo, forse utilizzata nellÂ'am
bito di culti famigliari e di offerte votive per la guarigione da malattie o in riti di fondazione di insediamenti abitativi. Una tradizione che avrebbe avuto fine nel XV per effetto della penetrazione islamica. (Ivan Bargna)
Collocazione
Varese (VA), Villa e Collezione Panza
Credits
Compilazione: Cresseri, Marco (2008)
Aggiornamento: Gasparini, Erica (2021)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/2p100-01416/
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