Testa d'uomo
primitivo Ekoi
Descrizione
Ambito culturale: primitivo Ekoi
Cronologia: 1800 - 1849
Materia e tecnica: legno
Misure: 15 cm x 20 cm x 26 cm
Descrizione: Testa lignea ricoperta in pelle (dente avorio)
Notizie storico-critiche: Primitivo Ekoi, regione Cross River tra Nigeria e Camerun. Si veda l'expertise di Franco Monti allegato alla documentazione fotografica. Cimiero che veniva fissato al costume del danzatore nascondendone il volto ed accrescendo le dimensioni del corpo. Testa ovale in legno ricoperta di pelle animale di superficie scura. La pelle fessurata lungo il setto nasale, allÂ'a
ltezza degli occhi e verso le orecchie, è deteriorata nella parte poster
iore. La sommità cranica è svasata e scavata allÂ'interno; probabilment
e vi era inserita una sovrastruttura, oggi mancante. Il volto presenta occhi a mandorla in metallo con pupille in ottone (chiodi da tappezziere), bocca aperta con labbra carnose, denti in legno e due di animali, uno dei quali posto orizzontalmente e proiettato verso lÂ'esterno. Un filo di barba
lungo il mento che arriva fino allÂ'attaccatura delle orecchie. Tre sca
rificazioni cheloidali di forma cubica che vanno dagli occhi alle orecchie e altre tre a chicco di caffè ai lati della fronte. Grandi orecchie semi
circolari aderenti alla testa. Attaccatura dei capelli marcata da unÂ'inc
isione del legno e da una linea di con chiodi in metallo. Il colo è dato
da una in vimini che consente di attaccare la testa al costume della maschera. Le comunità del Cross River sono tradizionalmente rette dagli anzian
i il cui potere varia in rapporto al loro grado di partecipazione alle società di culto degli antenati, alle associazioni che combattono la stregon
eria e a quelle dei cacciatori e dei guerrieri Presso gli Ejagham del Cross River la società ngbe (Â'leopardoÂ') raccoglieva i guerrieri ed eser
citava oltre alle funzioni militari anche quelle giudiziarie, politiche, commerciali, rivestendo un ruolo importante nella tratta degli schiavi. Il suo potere poggiava anche sullÂ'uso di una scrittura (nsibidi) che aveva
un lato essoterico e uno esoterico. Identità e appartenenza di gruppo si
costruivano intorno a un insieme di simboli condivisi tra cui appunto le maschere. Le informazioni sui cimieri ejagham sono frammentarie e le ipotesi su usi e funzioni congetturali. Forse venivano usati in rituali di iniziazione e in occasione dei funerali. Essendo stati documentati anche casi di maschere ricoperte di pelle umana, si è ipotizzato (Leo Frobenius) che
in origine si portasse sul capo direttamente la testa del nemico ucciso. La maschera è stata così interpretata come una forma di appropriazione d
ella forza del morto. Maschere in parte simili si trovano anche tra altre popolazioni stanziare fra Nigeria e Camerun: tra i Bangwa del Camerun negli anni Sessanta del secolo scorso sono rinvenute teste cornute che rappresentavano condannati decapitati oppure la figura del boia che le aveva giustiziate. Già Mansfield negli anni 1904Â'1907 trovò nella regione ejagha
m del Camerun un cranio umano ricoperto di pelle che diceva essere stato quello di uno schiavo; al teschio erano stati aggiunti capelli veri e naso, mento e orecchie in legno. Ricerche sul campo condotte nel 1977 sembrano corroborare questa ipotesi trovando tracce della di una società (nkuambik
) la cui funzione sarebbe stato quella di punire gli schiavi ribelli tagliando loro la testa; i loro crani venivano ricoperti di pelle animale e venivano aggiunti denti di cinghiale con lo scopo di dissuadere da qualunque sollevazione. In Nigeria i cimieri degli Idoma usati nelle danze aglinye rimanderebbero ai cacciatori di teste ma si tratterebbe in realtà di una d
anza relativamente recente importata dal Cross River (Kasfir). In un testo di Talbot (1912) amministratore coloniale inglese che visse nel primo trentennio del Novecento in Nigeria (In the Shadow of the Bush, 1912) appare lÂ'immagine di un danzatore mascherato ejagham che brandisce un machete e
che porta sulla testa un cranio umano, di cui si dice avesse lo scopo di terrorizzare le donne per assicurarsi la loro fedeltà . (Ivan Bargna)
Collocazione
Varese (VA), Villa e Collezione Panza
Credits
Compilazione: Cresseri, Marco (2008)
Aggiornamento: Gasparini, Erica (2021)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/2p100-01428/
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