Ritratto di anziana donna vestita di nero
Moroni Giovan Battista
Descrizione
Identificazione: ritratto di donna
Autore: Moroni Giovan Battista (1520-1524/ 1578), pittore
Cronologia: ca. 1572 - ca. 1573
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 78.5 cm x 107 cm ; 109 cm x 11 cm x 137 cm
Descrizione: Il dipinto a olio su tela è di formato rettangolare, orientato in vertica
le e dotato di una cornice lignea dorata del XIX secolo. Appartiene alla fase matura della produzione di Giovan Battista Moroni e raffigura un'anziana donna con un abito di colore nero, seduta. Potrebbe trattarsi di Medea Rossi (1515-1590), madre di Gian Gerolamo Grumelli.
Notizie storico-critiche: Attestato per la prima volta a casa Moroni nel 1824 da Gerolamo Marenzi, il dipinto è registrato nei resoconti di viaggio di Charles Lock Eastlake
nel settembre 1855, in occasione della sua seconda visita alla dimora bergamasca: 'an elderly female, mild expression, book in rt., glove in left,
good'. Era entrato a far parte della collezione nel 1817, insieme ad al
tri tre dipinti di Giovan Battista Moroni, tutti provenienti dalla raccolta di Marcantonio Fermo Grumelli. Su una dantesca lignea siede un'anziana
donna, leggermente voltata verso destra e ripresa fino alle ginocchia. I suoi abiti, severi e privi di ornamenti, aderiscono al gusto e alla moda dell'Italia settentrionale negli anni Settanta del Cinquecento e rifletto
no le prime conseguenze sul costume femminile della Controriforma. Dal nero dell'abito e della sopravveste spagnola emergono la gorgiera e i polsi
ni increspati, bianchissimi; dettagli che attirano l'attenzione dell'o
sservatore sul volto e sulle mani della donna, descritti con grande naturalismo. L'espressione del viso e lo sguardo penetrante sono velati di mal
inconia, mentre le mani suggeriscono pacatezza e tranquillità: la sinistr
a è appoggiata sulle gambe e afferra un paio di guanti bianchi, la destra
regge un libro. Il dettaglio dell'indice ancora infilato tra le pagine
dà l'idea che la donna abbia improvvisamente interrotto la sua lettura
e rende il ritratto spontaneo e veritiero. Fondale e abito sono di colore scuro, ma il pittore è riuscito a dare profondità alla scena, posizionan
do la seduta in diagonale, e a giocare con le delicate variazioni di tono del nero, qui rappresentate con straordinario virtuosismo. Sebbene l'ide
ntità della donna ritratta sia ancora oggi ignota, è plausibile che sia
un membro della famiglia Grumelli, dalla cui collezione proviene il dipinto. Paolo Plebani (2004) ha ipotizzato che si tratti di Medea Rossi (1515-1590), terza moglie di Marcantonio Grumelli e madre di Giovanni Gerolamo (raffigurato nel celebre 'Cavaliere in rosa'). I dettagli biografici di
Medea non entrano in contraddizione con il dipinto e con la sua datazione: terza moglie di Marcantonio nel 1530 e madre di otto figli, rimase vedova nel 1542, a soli otto giorni dal parto del suo ultimogenito. Dopo il tragico evento, di cui lei stessa scrisse un dettagliato resoconto nel quale il marito compare come figura idealizzata, Medea si occupò in prima person
a non solo dell'educazione dei figli, ma anche delle questioni economich
e della famiglia e delle numerose proprietà immobili e agricole. Appassio
nata di pittura e arti decorative, fu committente di Filippo Zanchi e di Alessandro Bonvicino detto Moretto. Tarda è la cronologia dell'opera: co
llocata da Venturi (1929) tra 1563 e 1565, fu posticipata intorno al 1570 dalla Lendorff (1939), che per prima notò forti affinità tra il dipinto
in collezione Moroni e il 'Ritratto di Pace Rivola Spini', soprattutto
per la foggia degli abiti indossati dalle due donne. Questa seconda ipotesi fu confermata nel 1979 da Mina Gregori, ed è oggi generalmente accolta
dalla critica, che colloca l'opera nella fase finale della produzione dell'artista, come confermano la moda, la totale assenza di elementi allego
rici o simbolici, l'ambientazione sobria e quasi monocroma. Il dipinto Í
' inoltre avvicinabile, come suggerisce Plebani (2004), al "Ritratto di donna seduta con libro" oggi in Accademia Carrara (inv. 81LC00195). Identiche l'impostazione spaziale, la posa della donna, l'attenzione alla resa
delle mani, mentre diversa è la qualità della pittura: liquida e lumino
sa quella del dipinto in Carrara, magra e opaca quella dell'opera a Pala
zzo Moroni. Sembra di vedere qui uno dei massimi esempi di quella 'secch
ezza pur sempre dipinta' che Roberto Longhi riconosceva in certe opere t
arde del pittore. Sebbene lo scorcio del braccio destro non sia perfettamente riuscito, come pure il rapporto tra collo e testa, notevole è invece
la resa delle mani e del volto della donna, che attestano l'interesse di
Moroni per il ritratto naturalistico e per il tema della figura seduta.
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/2p390-01738/
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