Veduta del convento di Astino
Ronzoni Pietro
Descrizione
Identificazione: paesaggio con figure e animali
Autore: Ronzoni Pietro (1781/ 1862), pittore
Cronologia: 1845
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 68 cm x 51.5 cm ; 86 cm x 6 cm x 68 cm
Descrizione: Il dipinto, a olio su tela, è firmato e datato 1845. E' opera di Pietro R
onzoni (1781-1862) e rappresenta una veduta del convento di Astino con figure. Di formato rettangolare, è orientato in orizzontale e dotato di una
cornice lignea dorata.
Notizie storico-critiche: In fondo a una conca verde, tra prati e boschi, appare il complesso monastico di Astino. Lo osservano alcuni personaggi raffigurati sulla sinistra, mentre a destra tre mucche si stanno abbeverando. In questo luogo nel 1830 il governo della Lombardia aveva deciso di collocare i malati di mente; il progetto di adattamento dellÂ'edificio da monastero a ospedale psichiat
rico, mai portato a termine, fu affidato a Giacomo Bianconi, docente di architettura in Accademia Carrara, mentre nel 1833 Giovan Battista Locatelli, amministratore dellÂ'ospedale, affidò a Pietro Ronzoni la realizzazion
e di due raffigurazioni del convento, da nord e da sud, poi donate al municipio (e restaurate, da Ronzoni stesso, nel 1852). Altre due vedute, realizzate probabilmente negli stessi anni, sono registrate in collezioni private (Rea, Ricci 1992). AllÂ'epoca era podestà della città di Bergamo il
conte Pietro Moroni; fu lui a seguire committenza, realizzazione e consegna delle opere, che furono mostrate anche alla Vice Regina. Non stupisce, dunque, trovare a Palazzo Moroni una diversa versione della medesima veduta; non è improbabile che il conte, ammirato dal risultato, abbia chiesto s
uccessivamente al pittore di realizzare un dipinto anche per la propria collezione. La tela è firmata e datata 1845. LÂ'artista utilizza una soluz
ione mutuata dalle opere dei pittori lorenesi, che aveva incontrato durante il suo soggiorno a Roma: penombra in primo piano, luce sullo sfondo. Nato a Sedrina nel 1781, Pietro Maria Ronzoni fu inviato nel 1800 a Roma dal padre, che aveva riconosciuto il suo talento artistico e che desiderava che si formasse come pittore. Corriere della Serenissima, lo affidò allo sc
ultore Antonio Canova e alla pittrice Angelica Kauffmann; furono loro a inserirlo come apprendista nella bottega di Luigi Campovecchio, considerato allÂ'epoca uno dei paesisti più importanti in Italia. Qui conobbe le ope
re di Lorrain e di Poussin e incontrò Giuseppe Diotti, con cui strinse un
profondo e duraturo legame di amicizia. Rientrato a Bergamo nel 1809, si affermò in Veneto e in Lombardia; fu professore dal 1811 in Accademia Car
rara, apprezzato da Giacomo Quarenghi e da Giovanni Carnovali (il Piccio), e ottenne numerose committenze. Nel 1814 si trasferì a Verona, ma fu cos
tretto a rientrare una decina di anni dopo per disgrazie finanziarie legate allÂ'eredità paterna. Ai debiti del padre si aggiunse lo sfortunato ma
trimonio con Giacinta Ceresoli (1827), che presto diede segni di squilibrio mentale. Gli anni Trenta e Quaranta furono segnati da enormi difficoltÃ
, nonostante le quali Ronzoni cercò costantemente di lavorare. Il pittore
e la moglie morirono, a distanza di qualche mese, nel 1862. Pur essendo amatissimo da artisti e collezionisti bergamaschi a lui contemporanei, Ronzoni fu dimenticato rapidamente, fino a una lenta e faticosa rivalutazione avviata da Luigi Angelini (1925), seguito da Roberto Bassi-Rathgeb (1944) e Luigi Cortesi (1963, 1964, 1965), a cui seguirono importanti esposizioni nel 1974 (Bergamo, Palazzo della Ragione, Â'Il Piccio e artisti bergamas
chi del suo tempoÂ') e nel 1983 (Bergamo, Galleria San Marco, Â'La pittu
ra bergamasca da Marco Gozzi a Silvio PomaÂ'). La prima ricostruzione del
la sua opera è merito di Fernando Rea e Margherita Zanardi Ricci (1992).
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