Ritratto di fanciullo etiope
Piazzetta Giovanni Battista (ambito)
Descrizione
Identificazione: ritratto di bambino
Autore: Piazzetta Giovanni Battista (ambito) (1683/ 1754), pittore
Cronologia: 1700 - 1749
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: carta / matita
Misure: 265 mm x 375 mm ; 290 mm x 25 mm x 400 mm
Descrizione: Il disegno, a carboncino su carta, è un ritratto di fanciullo, attribuito
a Giovanni Battista Piazzetta (1683-1754). Di formato rettangolare, è or
ientato in verticale e dotato di una cornice moderna in legno dorato.
Notizie storico-critiche: Il fanciullo ritratto nel disegno è identificato in letteratura come Â'E
tiopeÂ'. Indossa un copricapo orientale, probabilmente un turbante, e aff
erra con la mano sinistra un bastone. Il suo sguardo, vivace e attento, si rivolge verso lo spettatore, mentre ambigua e compassata è la sua espres
sione, definita da un sorriso appena accennato. Il disegno è da collegare
alla produzione di Â'teste di carattereÂ' di Giovan Battista Piazzetta
(1682-1752), alle quali si deve la fama del pittore veneto come disegnatore. Sono ritratti di fanciulli, mendicanti, contadini, personaggi del popolo veneziano, realizzati non solo dal maestro, ma anche da allievi e collaboratori, coinvolti per far fronte allÂ'enorme e inatteso successo ottenut
o da questa produzione. Piazzetta conferì al disegno, e alle teste di car
attere in particolare, una dignità nuova, promuovendolo come forma dÂ'ar
te autonoma. Negli anni Quaranta la sua produzione grafica iniziò ad atti
rare lÂ'interesse degli incisori. Tra questi, ci fu anche il veneziano Te
odoro Viero (1740-1819), autore di una serie di stampe dalle teste di carattere pubblicata tredici anni dopo la morte di Piazzetta e rivista in chiave classico-accademica. A questa serie appartiene una traduzione del disegno originale, accompagnata dalla seguente didascalia: Â'Bella è natura e
di leggiadra forma | del nero Etiope ancor la faccia informaÂ'. Il fogli
o conservato a Palazzo Moroni non ha la freschezza e l'originalità della
mano di Piazzetta; inoltre l'orientamento del fanciullo, che ci si aspetterebbe in controparte rispetto alla stampa d'après, è invece identico all
a traduzione di Viero. E' più probabile, dunque, che sia opera di un segu
ace di Piazzetta e che sia tratto dall'incisione, più che dall'originale.
A Bergamo non è infrequente la presenza di disegni piazzetteschi: sia in
Accademia Carrara che in alcune raccolte private della città , infatti, s
i conservano numerosi disegni dell'artista o della sua scuola.
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
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