Cavallo
Ajolfi, Elia
Descrizione
Autore: Ajolfi, Elia (1916-2001)
Cronologia: 1964 - 1965
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: carta / china
Misure: 71 cm x 1 cm x 82 cm
Descrizione: Il dipinto, a tecnica mista su carta, è opera di Elia Ajolfi (1916-2001)
e raffigura un cavallo in corsa. Di formato rettangolare, è orientato in
verticale e dotato di una sottilissima cornice in legno.
Notizie storico-critiche: Il dipinto raffigura un cavallo visto profilo; gli occhi sbarrati e il corpo teso testimoniano l'inquietudine dell'animale, che appare sul punto di imbizzarrirsi. La scura e indefinita macchia sullo sfondo, unita al segno grafico nervoso e incisivo, conferisce all'immagine un forte senso di tragicità . Il cavallo è un soggetto ricorrente nella produzione di Elia Ajol
fi, sia in scultura (sua disciplina d'elezione) che in pittura. Un'opera molto simile a questa, per soggetto, tecnica e materiali, è il "Cavallino
che si impunta" (1961), attualmente in vendita presso lo Studio Zenale di Treviglio. Curiosa è la questione della doppia firma: l'opera è infatti
dotata di firma e data "ufficiali", collocate nella parte alta del dipinto; l'artista però aveva già firmato e datato il dipinto nel 1964, in bass
o a sinistra, coprendo successivamente l'iscrizione, che tuttavia appare chiaramente leggibile. Nato a Bergamo nel 1916, Elia Ajolfi si formò prima
nella bottega del padre Francesco, maestro stuccatore (insieme a Giacomo Manzù), poi allÂ'Accademia di Firenze, dove terminò gli studi nel 1941.
Espose per la prima volta a Napoli nel 1943. E' considerato uno dei grandi scultori in bronzo del Novecento italiano, ma ha sperimentato anche altri materiali innovativi, tra cui ghisa, creta e altro. Lo scultore bergamasco raffigurava soprattutto animali, che studiava nella loro plasticità si
a in scultura che in pittura. I cavalli sono un soggetto particolarmente caro all'artista per una ragione ben precisa: nel 1941 Elia, infatti, fu chiamato alle armi come cavalleggero, prima a Merano, poi a Verona. Il conflitto non impedì all'artista di lavorare: lui stesso dichiara nelle sue me
morie, "Libro primo dalle storie di Elia", che in questo periodo trascorreva il proprio tempo libero ritraendo i cavalli dell'esercito. Successivamente fu trasferito a Livorno, dove assistette ad una scena che segnò la su
a esistenza e la sua attività : la città fu bombardata dall'esercito amer
icano, con conseguenze tragiche sia per la popolazione che per gli animali della sua scuderia, che fuggirono terrorizzati dai rumori spaventosi degli ordigni; molti di loro morirono in quell'occasione. Non è da escludere
che questo cavallo terrorizzato sia frutto di questo ricordo traumatico.
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/2p420-00305/
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