Assunzione della Madonna e Trinità
scuola lombarda
Descrizione
Ambito culturale: scuola lombarda
Cronologia: post 1460 - ante 1470
Tipologia: pittura
Materia e tecnica:
Notizie storico-critiche: La maggior parte degli storici concorda nell'attribuire gli affreschi ad un maestro lombardo finora non identificato che nel rappresentare il paesaggio con gli Apostoli pare riecheggiare, a qualche anno di distanza, la rappresentazione fornita di questo stesso tema da Vincenzo Foppa nella cappella Portinari in Sant'Eustorgio a Milano. Il rapporto col grande caposcuola bresciano, già ipotizzato da Fernanda Wittgens e dal Mazzini che nell'Assunta dipinta per gli Umiliati ravvisano una trascrizione in termini arcaici di quella foppesca, va tuttavia limitato all'iconografia; quanto allo stile il maestro di Mirasole si avvicina piuttosto a Leonardo da Besozzo e al frescante dell'oratorio di Santa Margherita a Casatenovo, rappresentante di una koiné tardogotica lombarda priva ormai dei suoi connotati internazionali.
Per la dolcezza della cromia e la resa di alcuni particolari il nostro pittore sembra avvicinarsi ai modi di Bonifacio Bembo. La Bandera distingue attentamente questo pittore dal responsabile della decorazione della volta sovrastante, definendolo "frescante meno forte", ma pur capace di presentare un elemento che all'epoca non aveva ancora nè riscontri, nè tradizione nella cultura figurativa lombarda, il paesaggio. Sono stati rilevati dei puntuali riferimenti alla committenza degli Umiliati nella figura di frate orante a sinistra in basso - probabilmente da identificare con il priore - e anche nelle raggiere che circondano la Vergine e la Trinità che, richiamando noti motivi di ascendenza sforzesca, ben si intonano all'emblema locale del sole radiante; viene ravvisato un elemento nella rappresentazione del pascolo, che sembra sottintendere la volontà di tramandare un aspetto importante della vita degli Umiliati residenti a Mirasole, cioè quello della lavorazione della lana, prospera fonte della solida economia dell'Ordine.
Chiodi e Bascapè hanno espresso dubbi circa l'identità di mano con le pitture della parete di fondo, mentre la Grassi e il Mazzini non sembrano entrare nel merito specifico del problema, sottintendendo quindi un'identità di esecuzione. Il restauro ha permesso di produrre una buona documentazione fotografica anche degli affreschi della volta, che hanno permesso secondo Bandera di verificarne la qualità e di constatarne la differenza stilistica rispetto all'Assunzione della parete di fondo: gli Evangelisti si distinguono per un gusto più arcaizzante visibile nelle pieghe talvolta aguzze dei mantelli e nel rovello espressivo dei volti, che sembra assegnare l'esecuzione ad un maestro non privo di esperienze nella miniatura, cui la finezza di lavorazione dei molti particolari sembra rimandare; la Bandera ipotizza dei riferimenti precisi, come il Maestro del Breviario Francescano e l'attività tarda di Belbello da Pavia. Tutta la critica avvicina l'opera al precedente cronologico più verisimile, il Vincenzo Foppa della Cappella Portinari di Milano, i cui Evangelisti della cupola costituiscono il parallelo precedente per quelli di Mirasole. La Ragghianti e il Boskovits notano dei caratteri di "squarcionismo" nelle insistenze sugli aspetti caratteriali dei volti, fattore che la Bandera mette a sua volta in discussione facendolo tuttavia rientrare nell'ottica di un interesse per gli aspetti naturalistici, veicolati dalla cultura fiamminga che circolava allora a Milano; quindi il pittore va inserito nella corrente chiamata dalla Ferrari "neogotica", corrispondente con il gusto spinto per lo sfarzo tipico del periodo di Galeazzo Maria Sforza. La Bandera individua la generazione del pittore in quella di Gregorio Zavattari e soprattutto Gian Giacomo da Lodi, operoso nella cappella di San Bernardino in San Francesco a Lodi, e istituisce un parallelo, riconoscendo in quest'ultimo il precedente a cui l'anonimo maestro di Mirasole dovette appoggiarsi per la resa dell'impianto architettonico dei troni e della rappresentazione degli scaffali e dei libri.
Collocazione
Provincia di Milano
Ente sanitario proprietario: Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico
Credits
Compilazione: Fumagalli, Marta (2005)
Aggiornamento: Cassinelli, Daniele (2007); Rebora, Sergio (2007)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3n020-00199/
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