Ritratto di Rachele Brera
Salietti, Alberto
Descrizione
Identificazione: Rachele Brera
Autore: Salietti, Alberto (1892/ 1961)
Cronologia: post 1928
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: olio su tela
Misure: 120 cm x 199 cm
Notizie storico-critiche: Rachele Brera (Milano, 1849-1927), figlia di un agiato fuzionario del governo austriaco, rimase nubile e visse con la sorella Giuseppina, pure benefattrice dell'Ospedale. Con un lascito testamentario Rachele imitò l'esempio del fratello Lorenzo, già viceprimario del nosocomio (cfr. inv. 458).
Lorenzo Brera, nato a Milano nel 1846 e morto ad Angera (Varese) il 1 settembre 1912, esecitò per circa quarant'anni la professione di medico presso l'Ospedale Maggiore. Il testamento olografo dell'aprile 1912 nominava eredi le sorelle alle quali lasciò il compito di adempiere ai lasciti di beneficenza che aveva fatto loro "conoscere a voce". Entrambe le sorelle, che scomparvero nel 1927 a pochi mesi di distanza, rispettarono le ultime volontà del medico, disponendo nei loro testamenti dei legati per l'Ospedale Maggiore, del valore di 200.000 lire ciascuno.
Mentre il ritratto di Rachele compare tra quelli dei benefattori della Ca' Granda, come pure quello di un altro fratello Brera, monsignor Carlo (cfr. inv. 382), Giuseppina fece sapere all'Istituto, tramite la sua erede, che, invece del suo, desiderava fosse eseguito il ritratto del compianto Lorenzo.
Il Consiglio Ospedaliero incaricò Salietti del ritratto il 21 febbraio 1927, all'indomani della partecipazione del pittore alla prima mostra del "Novecento Italiano", ma solo alla fine di novembre il pittore fu invitato a ritirare la documentazione iconografica necessaria e il dipinto poté essere consegnato nel settembre del 1928; il 14 febbraio 1929 Salietti sollecitò il pagamento del quadro, approvato poi il 5 marzo 1929.
Il pittore ricavò la figura della benefattrice da una fotografia di gruppo, che la ritrae all'aperto seduta insieme alla sorella Giuseppina, e la ambientò realisticamente in un angolo di vecchio salotto, tra gli oggetti quotidiani, quasi in atto di ricevere un ospite andato a farle visita. Di questo interno borghese Salietti sviluppò con particolare vigore il colore caldo, di derivazione post-impressionista, secondo il carattere assunto dalla sua pittura nel 1928, dopo che il sodalizio con Arturo Tosi lo aveva indotto ad abbandonare il primitivismo arcaicizzante con inflessioni metafisiche con cui aveva aderito al gruppo di "Novecento".
Il ritratto è dunque uno dei primi e più rappresentativi esempi della nuova maniera di Salietti, che proprio in quegli anni (1928-29) era impegnato, in qualità di segretario del Comitato direttivo di "Novecento", nella organizzazione delle grandi mostre all'estero del movimento.
Presso la Galleria d'Arte Moderna (di Milano) se ne conserva uno studio preparatorio per l'ambiente.
Collocazione
Provincia di Milano
Ente sanitario proprietario: Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico
Credits
Compilazione: Pola, Francesca (2005)
Aggiornamento: Cassinelli, Daniele (2007); Rebora, Sergio (2007)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3n040-00140/
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