Ritratto di Giuseppina Canavesi Carenini

De Rocchi, Francesco

Ritratto di Giuseppina Canavesi Carenini

Descrizione

Identificazione: Giuseppina Canavesi Carenini

Autore: De Rocchi, Francesco (1902/ 1978)

Cronologia: post 1932

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: olio su tela

Misure: 100 cm x 130 cm

Notizie storico-critiche: Giuseppina Carenini sposò Cesare Canavesi, proprietario di una acciaieria, e nel 1882 prese come figlio adottivo Angelo Sartorio. Quest'ultimo beneficò l'Ospedale con un lascito testamentario, chiedendo che l'onoranza del ritratto fosse estesa alla madre adottiva di cui aveva ereditato il patrimonio (cfr. inv. 514). Il Consiglio Ospedaliero deliberò l'assegnazione del dipinto il 16 dicembre 1931 e approvò il quadro finito il 15 giugno 1932.
All'inizio degli anni Trenta Francesco De Rocchi sviluppò insieme a Umberto Lilloni, Angelo del Bon e Cristoforo De Amicis un tipo di pittura definito "chiarista" per l'uso di una tavolozza chiara e luminosa volta a realizzare una rappresentazione poetica e immediata del reale. Nell'ambito di questo genere di pittura De Rocchi si distinse fin dall'inizio per l'uso dei rosa e dei grigi come riferimento alla tradizione lombarda sia rinascimentale che ottocentesca. Il ritratto di Giuseppina Canavesi Carenini è uno dei primi e significativi esempi di pittura chiarista di De Rocchi.
Esso propone un tessuto pittorico caratteristico di questa prima maniera e un gracile linearismo di origine neoprimitivista che sottolinea l'asimmetria della figura per darne una interpretazione poeticamente irreale.

Collocazione

Provincia di Milano

Ente sanitario proprietario: Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico

Credits

Compilazione: Pola, Francesca (2005)

Aggiornamento: Cassinelli, Daniele (2007); Rebora, Sergio (2007)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).