Madonna con Bambino e angeli
Descrizione
Cronologia: post 1600 - ante 1700
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: olio su tela
Misure: 73 cm x 135.5 cm
Notizie storico-critiche: Il dipinto è la copia del pannello centrale (registro inferiore) del celebre polittico eseguito tra il 1496 e il 1500 per la Cappella di San Michele della Certosa di Pavia eseguita da Pietro Vannucci detto il Perugino. Il polittico, comprendente nel registro inferiore un San Michele, la Madonna, Tobia e l'Angelo, e nel registro superiore il Padre Eterno benedicente, fu completato nel 1511 da due tavole di Mariotto Albertinelli e Fra Bartolomeo raffiguranti l'Angelo Nunziante e l'Annunciata. L'opera rimase in loco fino al 1784, quando, a seguito della soppressione del monastero, venne levata dalla sede originaria e smembrata. Le tre tavole del registro inferiore finirono nella colezione di Giacome Melzi (1786) e successivamente furono vendute dagli eredi alla Natinal Gallery di Londra (1856) dove sono oggi conservate (inv. 288). Le tavole di Mariotto e di Fra Bartolomeo furono saccheggiate dai Francesi nel 1796, inviate a Parigi e destinate, nel 1805, alla città di Ginevra, dove sono conservate al Musée d'Art et Histoire. Alla Certosa di Pavia restò solo il Padre Eterno bnedicente al quale, per colamre le lacune delle spoliazioni, furono affiancate due tavole del Bergognone raffiguranti i Quattro Dottori della Chiesa provenienti da un polittico smembrato già nella Cappella dei Quattrp Evamgelisti.
Il registro inferiore fu ricostuito utilizzando opie degli originali del Perugino. Il Pesenti (1968, p.112, n. 28) interpretando un passo del celebre manoscritto del priore e procuratore della Certosa, Matteo Valerio,(in carica dal 1637 al 1645) assenava all'oscuro copista Galeazzo Posbonelli o Pasterelli (?) la copia della Madonna con Bambino (1586) e al santagostino i pannelli laterali del San Raffaele e San Michele.
La Fabjan (1986) studianto atentamente le tre copie certosine è arrivata ad affermare che si tratti della stessa mano, date le strettissime affinità tra le tele che si rivelano inequivocabilmnte come opere seicentesche. In una nota di Matteo Valerio conservata alla Bibliotec a Braidense si legge: "Il Sant'Agostino molte copie dell'Ancona di Pietro Perugino S. Michele/ e Tobia a scudi 10 per quadro/ Copia dell'Ancona di Pietro Perugini in MIlano, qual'hora è in capitulo a scudi 25". La Fabjan (1986) ha accostato il contenuto di questa testimonianza con l'analisi stilistica delle copie seicentesche traendo l'ipotetica conclusione che le tele della Crtosa potessero essere di mano di Giacinto Satagostino, pittore e storiografo milanese che il Della Torre (1674) ricorda soprattutto per la sua attività di "valente copista".
Nella Galleria arciescovile di Milano esistono altre tre copie seicentesche del polittico (inv. 179, 470, 326) che, per affinità di stile con quelle della Certosa, snoo state attribuite dalla Fabjan (1986, pp. 55-58)allo stesso Giacinto Santagostino. A questo momento di garnde fortuna del polittico peruginesco ed al conseguente brulicare di copie, dovrebbe risalire anche la tela dell'Ospedale Maggiore databile alla seconda metà del XVII secolo.
Il confronto di questa tela con le copie della Certosa e dell'arcivescovado non ci offre tuttavia indizi significativi per una attribuzione. Tra queste tele sono sembra essercia affinità, anzi la tela dell'Ospedale appare di migliore qualità, arricchita di un'accuratezza formale e di una vivace gamma cromatica sconosciuta alle atre copie.Si nota poi una strettissima fedeltà al modello peruginesco fin nei minimi particolari del paesaggio (gli alberelli dello sfondo) che ancora una volta possiamo constatare nelle copie attribuite al Santagostino.
Nell'inventario dei dipinti ospedalieriredatto nel 1830 da Antonio Fidanza e Antonio De Antoni si ha la prima menzione del quadro:"N.21. Vergine con putto Gesù ed angeli copia del perugino". Al numero 27 dello stesso inventario è registrato un "Angelo e Tobia copia del Perugino" molto probabilemente un "pendant" della Madonna che fu venduta dopo il 1847, anno in cui è riccordato per l'ultima volta negli inventari.
La Madonna con Bambino e angeli venne erroneamente indicata negli inventari del 1863, 1868, 1882 come copia del Morazzone e nello stesso curioso errore incapparono anche il Morelli, Frizzoni e Mongeri (1883). Essa fu citata nel Bascapè- Spinelli (1956) ed essendo fuggita alla Fabjan (1986) risulta ancora inedita.
Sono note altre versioni del medesimo soggetto Bibliografia, catalogo Electa,collezioni diverse p.29)
Collocazione
Provincia di Milano
Ente sanitario proprietario: Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico
Credits
Compilazione: Bacuzzi, Paola (2005)
Aggiornamento: Cassinelli, Daniele (2007); Rebora, Sergio (2007)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3n070-00120/
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