Ritratto di Filippo Visconti
Borroni, Paolo
Descrizione
Identificazione: Filippo Visconti
Autore: Borroni, Paolo (1749/ 1819)
Cronologia: post 1788
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: olio su tela
Misure: 172 cm x 252 cm
Notizie storico-critiche: Il ritratto pervenne all'Ospedale Maggiore con l'eredità dell'arcivescovo Filippo Visconti, trasmessa per testamento dal fratello Giovanni Battista. Il 23 marzo 1803 l'Amministrazione aderiva infatti "all'istanza fattali dagli Esecutori Testamentari del deffonto prete Gio.Batta Visconti, successo ed intestato al premorto fratello Arcivescovo Filippo "di esporre al pubblico" nell'imminente circostanza della festa della S.S.ma Annunciata, il ritratto di d.to Arcivescovo stante la dichiarazione fatta dal d.o Gio Batta nel suo testamento 1802, 23 febbrajo, di soddisfare alle intenzioni" del fratello. Contestualmente veniva fatto ritirare il dipinto, che si trovava in deposito presso il padre barnabita Rosa.
L'identificazione dell'autore si fonda sul confronto con un'incisione chiaramente derivata dal ritratto, presso la Civica Raccolta di Stampe Achille Bertarelli di Milano (segnatura: Ri 187), recante l'effigie a mezzo busto dell'arcivescovo accompagnata dall'indicazione " eques P. Borroni pin.-Mercorus sculp.". Le biografie del pittore ricordano effettivamente, fra le opere sue più significative, un ritratto del Visconti dipinto nel 1788 e tanto apprezzato da valergli il cavalierato dello Speron d'oro; ma a partire dal Nicodemi, esso venne erroneamente identificato con altro, d'ignoto autore esistente presso l'Arcivescovado di Milano e chiaramente anteriore per l'età più giovanile dimostrata dal personaggio. La riscoperta dell'originale, mai ricordato dalla letteratura ospedaliera, aiuta a ricostruire meglio l'attività del Borroni liberandola dagli equivoci e dalle interpretazioni arbitrarie che lo vorrebbero addirittura epigono del Ceruti (cfr. Malagutti) Di respiro aulico e decoro classicheggiante, il ritratto documenta l'importanza per il pittore della formazione romana e in particolare dell'alunnato, durato cinque anni (1772-1776), presso Pompeo Batoni. Al Batoni rimandano l'impostazione della figura maestosamente atteggiata in un ambiente di solenne risonanza spaziale, fra tendaggi drappeggiati e colonne, e la meditata stesura, attenta al marezzare dei riflessi sulle stoffe e al gioco delle ombre. È da notare la sommessa modulazione di toni pallidi, soprattutto grigi, che si fanno delicatamente perlacei nella veduta col Duomo nello sfondo. Dopo il 1805 il dipinto fu sostituito alle esposizioni col doppio ritratto dell'arcivescovo e del fratello Giovanni Battista, commissionato al Perabò e fedelmente derivato dal prototipo del Borroni (cat. n. 165).
Collocazione
Provincia di Milano
Ente sanitario proprietario: Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico
Credits
Compilazione: Misserini, Eraldo (2004)
Aggiornamento: Cassinelli, Daniele (2007); Rebora, Sergio (2007); Carnelli, Elena (2012)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3n110-00209/
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