Colomba
Riva, Ugo
Descrizione
Autore: Riva, Ugo (1951-), esecutore
Cronologia: post 1975 - ante 1999
Tipologia: scultura
Materia e tecnica: gesso
Misure: 14.5 cm x 18 cm x 46 cm
Descrizione: La colomba è l'unico frammento rimasto di una più ampia composizione, andata distrutta in anni recenti.
Notizie storico-critiche: Ugo Riva è nato a Bergamo il 9 agosto 1951; negli anni degli studi magistrali, comincia a svilupparsi in lui uno spiccato interesse per le arti figurative. Dopo una breve esperienza pittorica, dal 1977-78 matura la scelta di dedicarsi, da autodidatta, esclusivamente alla scultura; la sua opera di questo periodo giovanile è vicina alle istanze espressionistiche, dalle quali in seguito, nel corso degli anni '80, si allontanerà in favore di un approfondito studio e recupero della classicità intesa non come maniera, bensì come sorgente viva e vivificante da cui attingere emozioni e sentimenti da rivivere, non da ripetere meccanicamente. "Il modo più immediato di pensare il mito è raccontarlo di nuovo", ha scritto un critico letterario, e questa è forse la chiave di lettura adeguata per la ricerca classicista di Riva, culminata nelle esposizioni milanesi degli anni 1989-90: la ricerca di un linguaggio più universale che moderno (definizione spesso limitativa e asfissiante), "che non sia mai gorgo", come ha detto Mario De Micheli, una rilettura dell'antico che non può essere semplice e sereno ritorno ad un'epoca, perché il tempo ha posto tra noi ed essa la sua irreversibilità e, in ogni viaggio cronologico non siamo mai "puri", ma portiamo invece nel corpo e nell'anima i segni della nostra nascita e della nostra cultura. Per questo Elena Pontiggia ha parlato, accostando i lavori di Riva a Martini e De Chirico, di classicismo "malato, imperfetto" o, addirittura di "classicismo espressionista", sottolineando come l'arte e la vita spesso sfuggano alla custodia del principio di non contraddizione, in pieno accordo con l'interpretazione di Vittorio Sgarbi: "Le sculture di Riva appartengono ad un dopo storia... testimoni di un destino prima che di una scelta, sanciscono il diritto dell'artista all'arbitrio...". Nel corso degli anni '90 lo scultore ha poi notevolmente diradato, nelle opere, i riferimenti alla mitologia e alla letteratura del mondo classico, ma anche nel raccontare la contemporaneità la sua attenzione è sempre rivolta ai sentimenti e alle pulsioni che disegnano il contorno stesso di una vita umana pienamente vissuta: l'amore nelle sue infinite dimensioni, la maternità, la sensualità, la solitudine angosciante del singolo, tutte esperienze-ponte tra l'"essere gettato" in un tempo e in uno spazio troppo determinati e l'eternità mobile del passato e del futuro. Sergio Zavoli ha visto in ciò la "testimonianza intellettuale di Riva nel suo schierarsi per le forme collegabili alla leggibilità, convinto che solo il normale è poetico...", una scelta che può essere considerata l'elemento di continuità tra le differenti manifestazioni di una ricerca che è, come ha scritto Francesco Piero Franchi, "un tormento, uno scavo, uno sperimentare la cui durata coincide con quella della vita artistica dell'autore".
Collocazione
Provincia di Bergamo
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Papa Giovanni XXIII
Credits
Compilazione: Iorio, Patrizia (2009)
Aggiornamento: Basilico, Andrea (2013)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3o030-00324/
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