RITRATTO DI DON INNOCENTE MANDELLI

Bianchi, Mosè

RITRATTO DI DON INNOCENTE MANDELLI

Descrizione

Autore: Bianchi, Mosè (1840-1904), esecutore

Cronologia: post 1861

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 131.5 cm x 226 cm (intero)

Descrizione: Dipinto raffigurante un prelato a figura intera seduto su una poltrona con i braccioli in legno intagliato, indossa l'abito talare nero sotto ad un cappotto pesante marrone, la berretta nera e delle scarpe nere con una fibbia d'orata. L'uomo è intento a leggere un volume, che tiene aperto sulle ginocchia, sulle pagine sono traccciate delle righe che rappresentano frasi, alcune evidenziate di rosso. L'uomo non è ritratto frontalmente, ma di tre quarti, ha la testa reclinata in avanti, con lo sguardo fisso sul libro. Alle spalle sulla destra, c'è un mobile basso in legno, forse una scrivania, sul quale sono appoggiati tre libri con la copertina gialla. Sotto la poltrona si intravede un tappeto rosso decorato con motivi geometrici scuri.

Notizie storico-critiche: L'opera potrebbe collocarsi all'inizio della produzione artistica di Mosè Bianchi e forse costituisce una delle sue prime commissioni per gli enti ospedalieri. L'opera appare ancora legata a una composizione di tipo convenzionale, forse in parte dovuta anche al tipo di committenza, dove però si rivela anche un sensibilità a cogliere i dati del vero psicologico e una rappresentazione realistica del personaggio. La tendenza a cogliere ed a rappresentare la componente psicologica del soggetto, è una caratteristica tipica delle opere di Mosè Bianchi, che emerge soprattutto nei ritratti di genere, in cui l'artista racconta storie di personaggi che risultano tanto più verosimili, quanto più la loro umanità diventa riconoscibile negli sguardi o in quell'essere colti di sorpresa in un atteggiamento abituale (BISCOTTINI 1996). In questo caso, l'effigiato è ritratto all'interno del proprio studio, assorto nelle lettura di un libro e colto nella solitudine meditativa di ques'attività. Il volume è tenuto con entrambe le mani, come se il lettore si stesse soffermando su una parola o su un breve passo. Si percepisce un'atmosfera di sospensione temporale, ottenuta attraverso una narrazione lenta e descrittiva capace, dal punto di vista pittorico, di passare dai fondi monocromi ai dettagli indagati con minuzia dalla luce e dal colore, come nel caso dei libri in secondo piano a destra del personaggio e il tappeto rosso con decorazioni, che doveva costituire un'elemento cromatico importante nella descrizione dell'interno, ma che ora quasi scompare a causa dalla patina scura che si è andata creando nel tempo. Molte delle opere di Mosè Bianchi si avvicinano, nella sua pittura, al tempo reale, realizzando una sorta di istantanea pittorica, che allontanano l'artista dal rischio di impacci formali determinati dalla matrice accademica (BISCOTTINI 1998). Alla propensione per il dato reale, Mosè Bianchi unisce anche un gusto neo-settecentista, che risponde alle esigenze di una committenza borghese che desidera soddisfare le proprie aspirazioni aristocratiche, proiettandosi in una sorta di finzione visiva. Si tratta di un'arte che vuole piacere e assecondare il bisogno di apparire (BISCOTTINI 1987). In questo caso, la sobria eleganza, l'ambientazione intellettuale e l'atteggiamento meditativo dell'effigiato, hanno la finalità di accentuare l'aspetto morigerato e caritatevole del benefattore.

Collocazione

Provincia di Monza e Brianza

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Vimercate

Credits

Compilazione: Ronchi, Valeria (2009)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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