Madonna in gloria col Bambino, san Guglielmo e san Ludovico Bertrando

Lambri, Stefano

Madonna in gloria col Bambino, san Guglielmo e san Ludovico Bertrando

Descrizione

Autore: Lambri, Stefano (sec. XVI ultimo decennio-1648 o 1649), esecutore

Cronologia: post 1623

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 217 cm x 314 cm (intero)

Descrizione: Nella parte alta della composizione, al centro è collocata la figura della Madonna seduta su una nuvola, in posizione frontale, il capo leggermente reclinato a destra, trattiene Gesù Bambino seduto in modo scomposto sulle sue ginocchia. Tutto intorno alla figura della Vergine, sono collocati dei putti seduti su nuvole, in diversi atteggiamenti: alcuni hanno le braccia incrociate altri aperte, alcuni guardano la Madonna, altri i due santi. Nella parte inferiore a destra San Ludovico Bertrando, indossa l'abito domenicano con il cappuccio calato sulla testa. E' inginocchiato con la testa rivolta verso il basso, la mano sinistra portata al petto, la destra solleva un crocifisso, suo attributo. A sinistra San Guglielmo, indossa l'uniforme da cavagliere con spada sul fianco sinistro, e un mantello nero penitenziale. Come San Ludovico Bertrando è inginocchiato, la mano sinistra sul cuore, mentre con la destra trattiene il mantello; Il volto è alzato verso la Vergine. Tra i due santi si apre uno scorcio di paesaggio.

Notizie storico-critiche: Il dipinto è una copia fedele della pala di Guido Calvi realizzata nel Cinquecento per la chiesa di San Domenico, e rimossa quando l'altare su cui era collocata cambiò dedicazione. (PANNI 1762).Dato il legame e la fama che il dipinto del Calvi aveva riscosso tra i fedeli, fu chieso a Lambri di realizzarne una uguale, sostituendo però, l'immagine di San Lorenzo con quella del domenicano Ludovico Bertrando, personaggio a cui fu dedicato l'altare e beatificato pochi anni prima. L'intento della chiesa era quello di fornire ai fedeli un nuovo "exempla" di santità, attraverso un'operazione controriformistica di rilancio devozionale. (GREGORI 1990). E' interessante notare che San Guglielmo è raffigurato come un cavaliere avvolto nel mantello nero penitenziale, quindi appartiene all'iconografia di San Guglielmo d'Aquitania, a cui era dedicato l'altare di provenienza della tela. L'opera richiama una pluralità di modelli figurativi, la complessa articolazione compositiva, la levigatezza della stesura pittorica e la brillantezza cromatica, esaltata in questo caso dal fondo cupo, richiama l'opera del Chiaveghino, suo maestro, così come lo sfondo paesistico aperto tra i due santi.C'è però da notare che il Lambri, in questo caso, smorza le gamme cromatiche, soprattuutto nella parte infriore, (GREGORI 1985). La concezione generale e la soluzione di alcuni dettagli, sono invece di derivazione malossesca, altro pittore importante nella formazione del Lambri, anche se in questo caso la gestualità è meno teatrale ed enfatica. La scelta del taglio compositivo piramidale e la coesistenza nell'immagine di realtà e trascendenza rimandano alle opere del Trotti, anche se lo schema va semplificandosi, acquistando naturalezza. Si ritrovano poi, emergenze fiamminghe sia nell'iconografia che nella conduzione delle vesti di un rigido grafitismo (CESCHI LAVAGETTO 1982) e residui manieristici nella figura della Vergine. Infine, soprattutto nella metà inferiore della tela, si scorgono accenti di un pietismo severo, quasi spagnolesco, comune in quegli anni anche a certe ricerche del Cerano e di Daniele Crespi. (GREGORI 1985).

Collocazione

Provincia di Cremona

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Cremona

Credits

Compilazione: Ronchi, Valeria (2009)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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