Pieta con S. Antonio da Padova e S. Facio

Campi, Antonio

Pieta con S. Antonio da Padova e S. Facio

Descrizione

Autore: Campi, Antonio (1522/1523-1587), esecutore

Cronologia: post 1566

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 180 cm x 250 cm (intero)

Descrizione: Al centro della tela e posta l'immagine frontale di Cristo defunto, con le gambe leggermente divaricate, stese su di un panno arancio, la schiena appoggiata alle ginocchia della Madre e il braccio sinistra sollevato da Sant'Antonio da Padova e il destro da San Facio. La Vergine e ritratta frontalmente, lo sguardo rivolto in basso, verso il Figlio. Sorregge il capo di Cristo con entrambe le mani, reclinandolo a destra. A sinistra del quadro, e collocata la figura di Sant'Antonio, inginocchiato con indosso il saio, il busto leggermente ruotato e il volto frontale, con lo sguardo rivolto verso l'osservatore. Nella mano sinistra alzata, tiene un rametto di gigli. Sempre inginocchiato, a destra c'e la figura di San Facio, di profilo con indosso una tunica rossa, un mantello scuro e un copricapo bianco, bacia la mano del Salvatore. Subito dietro le spalle della Vergine, si scorge la parte iniziale della Croce, oltre un territorio brullo e montagnoso. In secondo piano a destra della composizione, sono ritratti i monatti che portano a sepoltura i due ladroni tolti dalla croce.

Notizie storico-critiche: Secondo notizie storiche, la formazione di Antonio Campi dovrebbe avvenire presso il fratello maggiore Giulio, con il quale collaboro almeno fino agli anni Sessanta del Cinquecento e dal quale riprende, in particolare, la trasparenza e la luce del colore. (DE KLERK 2003) Allo stile aulico e calibrato del fratello, Antonio contrappone una maggiore tensione lineare, che a volte sfocia in un sofisticato gioco calligrafico, visibile per esempio, nelle tele destinate al Palazzo della Loggia a Brescia. Nelle primissime opere e visibile anche un orientamento verso i modi di Camillo Boccaccino e le invenzioni parmigianesche. Agli inizi del 1550 si puo ipotizzare un viaggio dei due fratelli nell'Italia centrale, le opere successive a questi anni mostrano una certa monumentalita, che soprattutto in Antonio si esplica nella tendenza ad esasperare il rilievo di nervi e muscoli, a volte anche con toni brutali ma non disgiunti da ricchezza e complessita di linguaggio; fattori analoghi ai "romanisti" del nord.(GREGORI M. 1985). Negli anni Sessanta si avvertono mutamenti nell'opera di Antonio, che derivano in parte dal suo interesse per le altre scuole di pittura del Nord Italia, soprattutto verso i pittori bresciani Savoldo e Moretto, il naturalismo di Callisto Piazza da Lodi, ma anche dalle influenze dal clima religioso controriformistico di Carlo Borromeo, promosso a Cremona dal Vescovo Niccolo Sfondrati, amico del cardinale milanese. (DE KUERCK B. 2003). Questo nuovo indirizzo nello stile di Antonio, emerge a partire dalle opere eseguite nella Cattedrale di Cremona, tutte ispirate a un severo ideale di pieta e volte a celebrare i grandi temi della chiesa tridentina (VOLTINI F. GUAZZONI V. 1989) La Deposizione con Sant'Antonio da Padova e San Facio fu dipinta da Antonio Campi su commissione dei Reggenti dell'Ospedale Maggiore, e destinata ad ornare l'altare dedicato a Sant'Antonio da Padova, costruito in Duomo in esecuzione al lascito testamentario di Galeazzo Gritti. (GALEATTI 1937) Il santo titolare e ben riconoscibile sulla sinistra del dipinto, mentre il santo sulla destra, viene indentificato prevalentemente dagli storici con il domenicano Raimondo di Penyafort, anche se altri riconoscono in lui la figura di San Facio. Quest'ultima identificazione appare piu corretta, in quanto e un'iconografia diffusa nella pittura locale, e maggiormente legata agli ideali caritatevoli e assistenziali della committenza.( DACCO' G. L., ROSSETTO M. 2001) L'opera mostra una trattazione innovativa del tema religioso, basata su accenti pietistici rafforzati dall'illusionistica presenza del corpo di Cristo. L'immagine frontale del corpo seduto del salvatore, irrigidito dalla morte, e presentato in uno scorcio molto forte, soprattutto nella realizzazione delle gambe distese, e caratterizzato da un'anatomia sapiente e ben delineata che ricorda le deposizioni del Pordenone e del Mantegna. (GALEATTI 1937). Tutta la composizione e pervasa da un'asciutta ma intensa espressivita, che ha il suo fulcro nel volto inconsolabile della Vergine che regge la testa del Figlio. La figura di San Facio a destra, in ginocchio mentre bacia la mano del Cristo, richiama nella posa i modelli rinascimentali e trasmette all'osservatore un senso di profonda devozione. Significativo e il ruolo attribuito a Sant'Antonio, a sinistra della composizione, ritratto frontalmente con lo sguardo che incrocia quello dello spettatore. Egli solleva la mano trafitta di Cristo che, colpita dalla luce sembra forzare il piano del dipinto per offrirsi al bacio del fedele (VOLTINIi F., GUAZZONI V. 1989). Antonio realizza un'immagine di grande efficacia e sensibilita, dove ogni elemento contribuisce a creare il massimo impatto visivo: la drammatica semplicita della composizione e il netto contrasto tra luce e ombra, focalizzano l'attenzione dell'osservatore sul Cristo e la violenza dello scorcio e i primi piani servono a rendere percepibile, quasi in modo tangibile, la presenza di Gesu. L'artista consegna un esempio particolarmente eloquente di imago pietas, studiata per destare la commozione del fedele e dialogare con lui attraverso la varieta dei gesti e la naturalezza degli sguardi. (GUAZZONI V. 2007) Alla base di una composizione cosi forte dal punto di vista emotivo, c'e forse la volonta di riaffermare il valore delle immagini, reagendo agli attacchi della propaganda protestante (VOLTINIi F., GUAZZONI V. 1989). Il rigore e la spiritualita che a partire da quest'opera andranno a caratterizzare le composizioni di Antonio Campi, testimoniano la portata del cambiamento intervenuto, una svolta che incide profondamente sulle scelte espressive, e che nasce soprattutto dall'influsso della pieta borromaica, sorgente di rinnovamento spirituale in ambito lombardo e fonte diretta d'ispirazione dell'artista cremonese (GUAZZONI V. 2007).

Collocazione

Provincia di Cremona

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Cremona

Credits

Compilazione: Ronchi, Valeria (2009)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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