Grattacielo Pirelli
Ponti, Gio (studio); Fornaroli, Antonio (studio); Rosselli, Alberto (studio); Valtolina, Giuseppe (studio); Dell'Orto, Egidio (studio); Nervi, Pier Luigi (studio); Danusso, Arturo (studio)
Descrizione
Autore: Ponti, Gio (studio) (1891-1979), progettista; Fornaroli, Antonio (studio) (1906-1983), progettista; Rosselli, Alberto (studio) (1921-1976), progettista; Valtolina, Giuseppe (studio) (1904), progettista; Dell'Orto, Egidio (studio) (1923), progettista; Nervi, Pier Luigi (studio) (1891-1979), progettista; Danusso, Arturo (studio) (1880-1968), progettista
Cronologia: post 1956 - ante 1960
Materia e tecnica: legno compensato; plastica
Misure: 58 cm x 95 cm x 130 cm x 130 cm
Descrizione: si tratta del modello architettonico dell'edificio, progettato e realizzato tra il 1956 e il 1960
Notizie storico-critiche: Costruito tra il 1956 e il 1960, il palazzo Pirelli è il capolavoro di Gio Ponti, dal quale deriva l'esemplare "sintesi della ricerca tecnica e funzionale sugli edifici ad uso ufficio".
Al progetto dell'edificio l'architetto lavora quando ha sessantacinque anni, nel pieno della sua maturità. Lo Studio Ponti, costituito in quegli anni da Antonio Fornaroli e Alberto Rossella, si avvale dell'apporto di Giuseppe Valtolina e Egidio Dell'Orto per il progetto architettonico, e di Pier Luigi Nervi e Arturo Danusso per la progettazione delle strutture. Il modello in scala 1:100 dell'edificio accompagna il progetto, prefigurando la sagoma del grattacielo, opera in cemento armato a quel tempo fra i più alti del mondo. Una "lastra di cristallo" che si impone per slancio e armonia nel cielo milanese, non solo in quella parte di città che avrebbe dovuto realizzarsi attorno al piano urbanistico del Centro Direzionale, ma anche nel panorama artistico del Novecento italiano, nel quale riveste un ruolo di rilievo per il suo carattere di eccezionale modernità.
A commissionare la torre, oggi sede della Giunta regionale della Lombardia, è il gruppo industriale Pirelli, con l'intento di trasferire gli uffici di viale Abruzzi in una nuova prestigiosa costruzione. L'obiettivo è di promuovere l'immagine della società con un edificio rappresentativo, in una posizione strategica a ridosso della Stazione Centrale e nell'area destinata al nuovo centro direzionale. Il grattacielo è inaugurato il 4 aprile 1960.
L'impiego di materiali prodotti dalla Pirelli fa del grattacielo una straordinaria vetrina, capace di entrare nell'immaginario collettivo dei milanesi come simbolo della ricostruzione e del miracolo economico in atto nel paese. I costi di gestione altissimi sono alla base della decisione della società di cedere l'edificio dopo neanche due decenni, nel 1978. Acquirente la Regione Lombardia, fin dal 1974 alla ricerca di una sede in cui riunire i propri uffici e per la quale aveva istituito un'apposita commissione.
A seguito del tragico incidente aereo del 18 aprile 2002, quando un piccolo aereo da turismo si schianta contro il grattacielo all'altezza del ventiseiesimo piano, prende corpo una attenzione più vasta attorno all'edificio. Il tema del suo recupero e del restauro si è inoltre intrecciato con quello, già in discussione all'interno della struttura regionale, della necessità di una nuova sede per la Regione Lombardia. Due anni dopo, il 18 aprile 2004, il Grattacielo Pirelli è restituito alla città. Il restauro ha riguardato gli esterni e l'auditorium, riqualificato come moderno centro congressi.
Il plastico in quell'occasione è esposto nel salone principale del XXVI piano, lasciato completamente libero da attività. Alla fine del mese successivo il Politecnico di Milano organizza una conferenza sul restauro del grattacielo. Nella mostra che accompagna l'evento sono esposti i materiali documentari degli interventi conservativi messi in opera, alcune riproduzioni di disegni originali del progetto e il plastico predisposto dallo Studio Ponti.
Collocazione
Lovere (BG), Accademia di Belle Arti Tadini. Museo dell'Ottocento
Credits
Compilazione: Garnerone, Daniele (2008); Simioli, Adele (2008)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3o190-00010/
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