Martirio di san Pietro

Caravaggio (scuola)

Martirio di san Pietro

Descrizione

Autore: Caravaggio (scuola) (1571-1610)

Ambito culturale: ambito lombardo

Cronologia: ca. 1615

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: Ø 180 cm (tela); 14 cm (cornice)

Descrizione: quadro di forma circolare costituito da tela e cornice lignea a foglia d'oro

Notizie storico-critiche: l'opera di scuola caravaggesca, secondo l'interpretazione degli elementi compositivi e stilistici, proviene dall'antica chiesa del primo ospedale cittadino, dove occupava un tondo nella volta dal quale fu asportato al momento della dismissione dell'antico ospitale e del trasferimento delle attività di cura e assistenza nel nuovo complesso di Camerlata.
L'autore è ritenuto essere un allievo di Caravaggio; evidenti i riferimenti al Maestro del Seicento nel rapporto tra luci ed ombre, nei caratteri figurativi dei personaggi, anche per la presenza di due giovani nudi visti d scorcio, nell'accentuazione realistica della scena rappresentata. Somiglianze e citazioni che rimandano al Martirio di San Pietro, dipinto che Caravaggio realizza tra il 1600 e il 1601 e conservato nella Cappella Cerasi di Santa Maria del Popolo a Roma. Fra gli artisti caravaggeschi si ricordano Carlo Saraceni (Venezia, 1579-1620), Antonio Galli detto lo Spadarino (Roma, 1595-1651/3) e il napoletano Giovan Battista Caracciolo detto il Battistello (Napoli, 1578-1635).
Battistello, di pochi anni più giovane di Caravaggio e allievo di Belisario Corenzio, raccoglie la lezione del Maestro improntata alla rappresentazione drammatica di scene e figure messe in risalto da accentuati contrasti di luce e ombre. Riconosciuto come l'allievo che meglio testimonia la rivoluzione artistica che Caravaggio ha avviato durante i due brevi ma fecondissimi soggiorni a Napoli, all'artista napoletano si riferisce l'attribuzione dell'opera (Augusto Colombo, 1965), richiamando la somiglianza del giovane di spalle accovacciato a sinistra con il giovane visto di tergo alla base della tela San Pietro liberato dal carcere (1615, Napoli, Chiesa del Pio Monte della Misericordia). Se ricorre una somiglianza tale che possa giustificare l'attribuzione, è pur vero che la fondamentale luce differisce totalmente tra i due dipinti: diffusa sulla scena e sul fondale a coinvolgere tutti i personaggi presenti sino ad illuminare di un chiaro bagliore il cielo nell'opera della Quadreria dell'Ospedale Sant'Anna, forte e diretta ad investire le tre figure principali dell'opera napoletana, mentre tutto l'intorno piomba in una densa oscurità, dalla quale appena emergono i volti dei carcerieri bardati.
Il dipinto in esame rappresenta la scena della crocifissione di San Pietro, colta nel momento in cui gli aguzzini stanno innalzando la croce, quasi al centro della tela, colma di personaggi; l'osservatore la coglie davanti a sé, sicché il Santo, crocefisso a testa in giù per suo volere in segno di umiltà nei confronti di Cristo, è visto da dietro, se ne colgono nette le forme del capo calvo, le linee di profilo del viso, la fronte corrugata, la folta barba bianca. Più oltre, il corpo dalla solida massa muscolare si allunga disteso sulla croce, il busto traversato dalla cassa toracica espansa per l'innaturale posizione, il panneggio morbidamente avvolto al bacino, la gamba destra distesa alla croce, il piede libero non è ancora trafitto dal chiodo, la gamba sinistra leggermente ripiegata e divaricata.
Il Santo non occupa il primo piano, riservato a due giovani che osservano la scena e si apprestano a dare il proprio aiuto. Se il giovane a destra ha postura eretta, leggermente ripiegata sul bacino, nell'atto di avvicinarsi al Martire, con la corda in mano, il suo sguardo non è volto alla croce ma diretto altrove, quasi perso nella contemplazione. Al martire sembra rivolgersi il giovane in secondo piano, lo sguardo abbassato, il braccio piegato e la mano offerta in segno di esplicitazione del gesto. E' quello che compie anche il ragazzo che gli sta di fronte, a sinistra della croce, il gesto eloquente della mano aperta come a voler rappresentare in modo di rassegnata contemplazione il momento del martirio.
Il giovane in primo piano a sinistra è colto di spalle, seduto, le spalle forti lasciate scoperte dal delicato panneggio, la gamba scoperta ripiegata su se stessa che mette in tensione la muscolatura. Il ragazzo volge lo sguardo all'uomo anziano che sta alla sua sinistra, lo ascolta mentre questi gli appoggia una mano sulla spalla.
Ai piedi della croce un uomo sta ruotando un manico, le braccia incrociate nell'azione mentre con lo sguardo segue il martire. Nel dipinto la luce investe la scena, lasciando margini oscuri nella porzione alta a destra dove si accalcano alcuni personaggi, un fanciullo, un uomo adulto a cavallo, due vecchi incanutiti, bilanciati sull'opposto lato da una figura di anziano avvolto in una tunica rossa. Le gesta e le posture dei personaggi sono quelle di "serventi" impegnati per disposizione piuttosto che non di carnefici, dove il ruolo di ciascuno è rappresentato nel momento dell'azione o dell'osservazione.
Il dipinto ha carattere antieroico ed è teso ad evidenziare una scena priva di monumentalità ed aulicità. Come nell'opera di Caravaggio il dipinto della Quadreria dell'Ospedale Sant'Anna è composto e pervaso da una calma meditativa

Collocazione

Provincia di Como

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Lariana

Credits

Compilazione: Garnerone, Daniele (2009); Simioli, Adele (2009)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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