Strage degli innocenti
scuola ferrarese
Descrizione
Ambito culturale: scuola ferrarese
Cronologia: post 1550 - ante 1599
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 159 cm x 133 cm (tela); 14 cm (cornice)
Descrizione: quadro di forma rettangolare costituito da tela e cornice lignea a foglia d'oro
Notizie storico-critiche: la grande tela, attribuita a un artista di scuola ferrarese, rappresenta la Strage degli innocenti, episodio del Vangelo secondo Matteo nel quale Erode il Grande, re della Giudea, impone il massacro dei fanciulli maschi perseguendo lo scopo di uccidere Gesù, nato a Betlemme secondo quanto ha appreso dai Magi. Gesù si salverà dalla morte, grazie alla fuga in Egitto ordinata in sogno da un angelo a Giuseppe che gli rivela il truce disegno. Nessuna fonte documentaria, evangelica o non evangelica, colloca il tragico evento fuori dal Vangelo secondo Matteo. Nel Vangelo secondo Luca, Gesù ad un mese dalla nascita è portato al tempio dalla famiglia, che farà poi ritorno a Nazareth. Nel dipinto, che è centrato su una scenografia urbana di monumentali palazzi, si legge nettamente l'allineato disporsi di colonne di un tempio, in posizione appena arretrata a sinistra della tela.
Numerose le opere che narrano del tragico evento nella vicenda artistica italiana, a partire dall'epoca Medioevale. Nel corso del tempo, ma già a partire dal Rinascimento, le rappresentazioni contestualizzano la scena nel momento storico, trovando eco nelle scenografie urbane che rievocano architetture, prospettive, monumenti. E' anche per questo che l'opera in esame rappresenta un caso esemplare, con la riproduzione di una prospettiva architettonica urbana che ben potrebbe essere colta nella Bologna o nella Ferrara seicentesca. La scena si svolge così tra cortine edilizie di alte facciate e portici, col concorso determinante del colonnato di un tempio quasi in primo piano, seppur di scorcio, e la conclusione della prospettiva, a destra, coll'elevarsi del sacro edificio di una chiesa, della quale si legge netta una porzione della facciata conclusa da un timpano, il campanile e il tamburo della cupola.
Affacciati alle terrazze balaustrate, alle finestre, alla loggia, e tra le colonne del tempio, assistono allo scempio frotte di cittadini e popolani, assiepati e disperanti di fonte all'impressionante massacro.
La scena rappresentata è convulsa, tragicamente movimentata nel disperato tentativo delle madri di sottrarre i propri figli alla morte per mano di soldati con armatura a cavallo e di carnefici in abiti popolani. Solo i fanciulli sono rappresentati ignudi, tutti i restanti personaggi che danno forma ed azione all'episodio vestono abiti dell'epoca, semplici e dignitosi. Cosicché tutta la scena è pervasa dallo strazio dell'impari lotta di fronte alle sciabole dei soldati, nell'alternarsi di donne che arretrano e ritraggono i fanciulli e di carnefici che vi si avventano in procinto di sferrare il colpo mortale. Non c'è tregua e non c'è silenzio, ma al contrario "si odono" le grida strazianti e le imprecazioni per il dramma che si compie. Il dipinto ferma il momento del tragico evento che appare raccontato con la rapidità di un saccheggio che è mortale. Le donne nulla possono contro gli aguzzini, alcune sono sconfitte, altre tentano una strenua fuga, assediate.
Tutta l'azione si svolge in primo piano, ma il concitato assembramento si allunga, sfilacciandosi e disperdendosi al fondo della monumentale prospettiva. I palazzi imponenti e ricchi di elementi decorativi e richiami stilistici organizzano scenograficamente il luogo del massacro, richiamando il potere che ne ha ordinato il compimento. Su questo e centralmente esercitano un ruolo di parziale sollievo alla drammaticità del momento un nugolo di angioletti convulsamente discendenti dall'alto, in continuo rigirarsi su se stessi, ciascuno pronto a porgere alle innocenti e giovani vittime la palma del martirio.
L'opera così ricca di personaggi e di monumentali architetture porta ancora evidenti i segni iconografici rinascimentali. La terribile verità dell'episodio non è nascosta, pur senza cadere nella rappresentazione ostentata del macabro e dell'osceno è fermato il momento di maggiore intensità emotiva. I fanciulli quasi scompaiono nell'immenso spazio della tragedia che si sta compiendo, tra la drammatica rappresentazione delle madri sconvolte e rassegnate e l'impetuoso agitarsi del nugolo di carnefici.
Secondo la valutazione corrente, derivata dall'inventario compilato dal pittore Augusto Colombo, si tratta di un'opera artistica della scuola ferrarese, corrente pittorica nata nel Rinascimento attorno alla corte degli Estensi. Certo è la testimonianza che denuncia la barbarie che è da sempre parte integrante di ogni epoca e di ogni "incivilissima" civiltà
Collocazione
Provincia di Como
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Lariana
Credits
Compilazione: Garnerone, Daniele (2009); Simioli, Adele (2009)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3o190-00029/
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