Ritratto maschile di Filippo Binda benefattore
Grady Luigi Napoleone
Descrizione
Autore: Grady Luigi Napoleone (1860-1949), esecutore
Cronologia: post 1898
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 89 cm x 120 cm (tela)
Descrizione: Dipinto a olio su tela di formato rettangolare con orientamento verticale, dotato di cornice lignea dorata divisa in tre fasce, liscia quella interna e decorate con motivi a racemi floreali la centrale e l'esterna. L'opera costituisce il ritratto del benefattore ospedaliero Filippo Binda, raffigurato di tre quarti in piedi di fianco ad un tavolino, su cui appoggia la mano destra; la mano sinistra invece è in tasca. Sul piano del tavolo, coperto da una tovaglia damascata, è appoggiato un libro, lo sfondo invece è caratterizzato da una parete con tappezzeria. L'uomo indossa un abito scuro sopra una camicia bianca con papillon nero al collo; la giacca è arricchita da una spilla e da numerose medaglie appuntate sul lato sinistro del petto.
Notizie storico-critiche: L'opera s'inserisce all'interno di quel nutrito corpo di dipinti posseduti da molti enti ospedalieri, che raffigurano le effigi dei benefattori, ovvero di coloro che per lo più attraverso lasciti testamentari e donazioni, contribuirono a far grande l'Ospedale: la consuetudine di omaggiare i benefattori attraverso l'esecuzione di un ritratto era prassi assai diffusa fin dall'antichità presso gli enti assistenziali in genere che, potendo contare in passato solo sulla generosità privata e non sull'intervento di sovvenzioni statali, sopravvivevano grazie alle iniziative benefiche dei singoli cittadini.
Fin dai primi anni della sua fondazione l'amministrazione ospedaliera del S. Anna di Como aveva previsto che tutte le beneficenze fossero iscritte nell'Albo d'Oro e che i benefattori ricevessero varie forme di onoranze proporzionali all'importanza della donazione: dall'intestazione di sale e reparti ospedalieri, all'incisione del nome nelle grandi lapidi marmoree a lato della chiesa, all'esposizione di fotografie e ritratti ad olio medi (da 50.000 lire in su) e grandi (da 100.000 lire in su). La quadreria venutasi così a creare delle persone più benefiche di Como, del Lario e della Brianza veniva ogni anno esposta in occasione della festa padronale di Sant'Anna, in cui la popolazione comasca soleva visitare in folla l'ospedale.
Tali ritratti costituivano essenzialmente un veicolo di autocelebrazione per l'effigiato e la sua famiglia, da cui i numerosi riferimenti ai simboli del casato di appartenenza, così come ai segni distintivi dell'attività professionale esercitata. Dei personaggi si cercava di sottolineare l'impegno di vita serio e ponderato, in linea con quei criteri di decoro che contraddistinguevano il gusto estetico della società dell'epoca. Alla fissità degli sguardi, spesso dovuti alla natura stessa del ritratto postumo eseguito basandosi su fonti iconografiche familiari o maschere funerarie (solo a partire dalla seconda metà dell'Ottocento si inizierà a fare uso delle fotografie), veniva contrapposto il tentativo di inserire il soggetto in un ambiente in cui si trovasse il più possibile a suo agio: talora uno sfondo neutro, per meglio concentrarsi sul volto dell'effigiato; talvolta un fondale dal carattere domestico - come nel dipinto qui esaminato -, allusivo della sua professione e del suo rango, che ne evidenziasse la posa spontanea; oppure anche un'ambientazione naturalistica (spesso ricostruita nello studio degli artisti), in linea con i canoni della produzione ritrattistica tipicamente lombarda.
Collocazione
Provincia di Como
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Lariana
Credits
Compilazione: Garnerone, Daniele (2009); Simioli, Adele (2009)
Aggiornamento: Uva, Cristina (2012)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3o190-00093/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).