Ritratto maschile di Clerici Alessandro
ambito lombardo
Descrizione
Ambito culturale: ambito lombardo
Cronologia: post 1896
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 97 cm x 127 cm (tela)
Descrizione: Dipinto a olio su tela di formato rettangolare con orientamento verticale, dotato di cornice lignea dorata. L'opera costituisce il ritratto del benefattore ospedaliero Alessandro Clerici, raffigurato di tre quarti seduto su una sedia di fianco ad un tavolino, sul quale è appoggiato il suo gomito destro; tra le mani stringe un bastone. L'uomo è vestito con pantaloni grigi e giacca nera, sulla quale spicca il bianco della camicia; lo sfondo appare privo di decorazioni, di colore neutro.
Notizie storico-critiche: L'opera s'inserisce all'interno di quel nutrito corpo di dipinti posseduti da molti enti ospedalieri, che raffigurano le effigi dei benefattori, ovvero di coloro che per lo più attraverso lasciti testamentari e donazioni, contribuirono a far grande l'Ospedale: la consuetudine di omaggiare i benefattori attraverso l'esecuzione di un ritratto era prassi assai diffusa fin dall'antichità presso gli enti assistenziali in genere che, potendo contare in passato solo sulla generosità privata e non sull'intervento di sovvenzioni statali, sopravvivevano grazie alle iniziative benefiche dei singoli cittadini.
Fin dai primi anni della sua fondazione l'amministrazione ospedaliera del S. Anna di Como aveva previsto che tutte le beneficenze fossero iscritte nell'Albo d'Oro e che i benefattori ricevessero varie forme di onoranze proporzionali all'importanza della donazione: dall'intestazione di sale e reparti ospedalieri, all'incisione del nome nelle grandi lapidi marmoree a lato della chiesa, all'esposizione di fotografie e ritratti ad olio medi (da 50.000 lire in su) e grandi (da 100.000 lire in su). La quadreria venutasi così a creare delle persone più benefiche di Como, del Lario e della Brianza veniva ogni anno esposta in occasione della festa padronale di Sant'Anna, in cui la popolazione comasca soleva visitare in folla l'ospedale.
Tali ritratti costituivano essenzialmente un veicolo di autocelebrazione per l'effigiato e la sua famiglia, da cui i numerosi riferimenti ai simboli del casato di appartenenza, così come ai segni distintivi dell'attività professionale esercitata. Dei personaggi si cercava di sottolineare l'impegno di vita serio e ponderato, in linea con quei criteri di decoro che contraddistinguevano il gusto estetico della società dell'epoca. Alla fissità degli sguardi, spesso dovuti alla natura stessa del ritratto postumo eseguito basandosi su fonti iconografiche familiari o maschere funerarie (solo a partire dalla seconda metà dell'Ottocento si inizierà a fare uso delle fotografie), veniva contrapposto il tentativo di inserire il soggetto in un ambiente in cui si trovasse il più possibile a suo agio: talora uno sfondo neutro - come nel presente dipinto -, per meglio concentrarsi sul volto dell'effigiato; talvolta un fondale dal carattere domestico, allusivo della sua professione e del suo rango, che ne evidenziasse la posa spontanea; oppure un'ambientazione naturalistica (spesso ricostruita nello studio degli artisti), in linea con i canoni della produzione ritrattistica tipicamente lombarda.
Collocazione
Provincia di Como
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Lariana
Credits
Compilazione: Garnerone, Daniele (2009); Simioli, Adele (2009)
Aggiornamento: Uva, Cristina (2012)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3o190-00126/
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