Ritratto maschile di Luigi Negretti

Melo Attilio

Ritratto maschile di Luigi Negretti

Descrizione

Autore: Melo Attilio (1917-), pittore

Cronologia: post 1960

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 85 cm x 120 cm (tela)

Descrizione: Dipinto a olio su tela di formato rettangolare con orientamento verticale, dotato di cornice lignea dorata, decorata com motivi a volute e racemi floreali. L'opera costituisce il ritratto del benefattore ospedaliero Luigi Negretti, raffigurato in piedi in posizione frontale all'interno di un giardino che fa da sfondo.. L'uomo indossa un completo marrone, con cravatta a righe nere e bianche; la mano destra è all'interno della tasca, mentre quella sinistra è davanti al corpo e regge una sigaretta.

Notizie storico-critiche: L'opera s'inserisce all'interno di quel nutrito corpo di dipinti posseduti da molti enti ospedalieri, che raffigurano le effigi dei benefattori, ovvero di coloro che per lo più attraverso lasciti testamentari e donazioni, contribuirono a far grande l'Ospedale: la consuetudine di omaggiare i benefattori attraverso l'esecuzione di un ritratto era prassi assai diffusa fin dall'antichità presso gli enti assistenziali in genere che, potendo contare in passato solo sulla generosità privata e non sull'intervento di sovvenzioni statali, sopravvivevano grazie alle iniziative benefiche dei singoli cittadini.
Fin dai primi anni della sua fondazione l'amministrazione ospedaliera del S. Anna di Como aveva previsto che tutte le beneficenze fossero iscritte nell'Albo d'Oro e che i benefattori ricevessero varie forme di onoranze proporzionali all'importanza della donazione: dall'intestazione di sale e reparti ospedalieri, all'incisione del nome nelle grandi lapidi marmoree a lato della chiesa, all'esposizione di fotografie e ritratti ad olio medi (da 50.000 lire in su) e grandi (da 100.000 lire in su). La quadreria venutasi così a creare delle persone più benefiche di Como, del Lario e della Brianza veniva ogni anno esposta in occasione della festa padronale di Sant'Anna, in cui la popolazione comasca soleva visitare in folla l'ospedale.
Anche nel '900 le modalità di ottenere il ritratto "ad memoriam" rimasero invariate, a parte naturalmente il rapporto con l'entità del lascito, via via sottoposto ad aggiornamento. A differenza però del filone della ritrattistica tradizionale, le opere appartenenti alle raccolte ospedaliere - come quella qui schedata - si mantennero estranee alle polemiche artistiche divampate nei primi anni del XX sec. (a partire dal Futurismo in poi), privilegiando artisti e pittori a volte anche dilettanti, magari legati da amicizia con il benefattore, o comunque ancora debitori delle influenze tardo ottocentesche, che privilegiavano uno stile verista, aderente alla fisionomia dell'effigiato.
Essendo quasi tutti post mortem, i ritratti venivano realizzati sulla base di una testimonianza fotografica, che quindi condizionava l'artista ad una certa fissità documentaria, in parte mitigata dal tentativo di inserire il soggetto in un ambiente in cui si trovasse il più possibile a proprio agio. Quest'ultimo poteva essere uno sfondo neutro, per meglio concentrarsi sul volto dell'effigiato; un fondale dal carattere domestico, allusivo della sua professione e del suo rango, che ne evidenziasse la posa spontanea; oppure - come nel presente dipinto - un'ambientazione naturalistica (spesso ricostruita nello studio degli artisti), in linea con i canoni della produzione ritrattistica tipicamente lombarda. Anche le frequenti allusioni all'attività esercitata dall'effigiato - motivo tradizionale ricorrente nell'iconografia ospedaliera dei secoli precedenti - non assunse nel '900 toni celebrativi, ma solo di discreto commento, per meglio precisare la personalità dell'effigiato.
Il benefattore qui ritratto è Luigi Negretti (Civello di Villa Guardia, 1871 - Como, 1959), presidente dell'Ospedale S. Anna dal 16 luglio 1923: il Comm. Ing. Negretti può considerarsi per certi versi uno dei padri della Como moderna, ovvero la città che tra gli anni Venti e Trenta del '900 visse i primi splendori industriali e che, nel 1932, inaugurò il nuovo ospedale (attuale sede dei Polimabulatori di Via Napoleona). Con "Deliberazione 14 maggio 1925 Anno III" egli diede inizio alla costruzione della nuova sede del nosocomio, di cui fu presidente per sette anni, riversando nelle casse che presiedeva anche ingenti somme di denaro proprio: dalle 2.560 lire della prima donazione del 1925 alle 100.000 lire di ogni anno dal 1928 al 1932. Ingegnere civile ed elettrotecnico, egli si occupò soprattutto di assistenza sanitaria e, in previsione della realizzazione dell'ospdeale, visitò addirittura diverse strutture ospedaliere negli USA e in Canada, fino a che la sua carriera non raggiunse il culmine con la nomina a podestà della città di Como il 22 febbraio del 1930. Il 28 ottobre 1932 vide finalmente inaugurato il nuovo ospedale, ora sotto la guida dell'Avvocato Eudo Benini, e quello stesso anno diede il solenne avvio ad un'altra opera architettonica di grande fama per l'epoca, la Casa del Fascio, da lui commissionata a Giuseppe Terragni.

Collocazione

Provincia di Como

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Lariana

Credits

Compilazione: Garnerone, Daniele (2009); Simioli, Adele (2009)

Aggiornamento: Uva, Cristina (2012)

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