Ritratto femminile di Angelina Fasola vedova Fossati
Didone Giuseppe
Descrizione
Autore: Didone Giuseppe (1903-1965), pittore
Cronologia: post 1964
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 70 cm x 85 cm (tela)
Descrizione: Dipinto a olio su tela di formato quadrangolare, dotato di cornice lignea dorata. L'opera costituisce il ritratto della benefattrice ospedaliera Angelin Fasola, qui raffigurata a mezzo busto in posizione frontale, con il volto leggermente rivolto verso sinistra. La donna indossa un abito nero, impreziosito sul petto da una spilla dorata e rischiarato dalla collana di perle che porta al collo. Lo sfondo appare privo di decorazioni, di colore neutro.
Notizie storico-critiche: L'opera s'inserisce all'interno di quel nutrito corpo di dipinti posseduti da molti enti ospedalieri, che raffigurano le effigi dei benefattori, ovvero di coloro che per lo più attraverso lasciti testamentari e donazioni, contribuirono a far grande l'Ospedale: la consuetudine di omaggiare i benefattori attraverso l'esecuzione di un ritratto era prassi assai diffusa fin dall'antichità presso gli enti assistenziali in genere che, potendo contare in passato solo sulla generosità privata e non sull'intervento di sovvenzioni statali, sopravvivevano grazie alle iniziative benefiche dei singoli cittadini.
Fin dai primi anni della sua fondazione l'amministrazione ospedaliera del S. Anna di Como aveva previsto che tutte le beneficenze fossero iscritte nell'Albo d'Oro e che i benefattori ricevessero varie forme di onoranze proporzionali all'importanza della donazione: dall'intestazione di sale e reparti ospedalieri, all'incisione del nome nelle grandi lapidi marmoree a lato della chiesa, all'esposizione di fotografie e ritratti ad olio medi (da 50.000 lire in su) e grandi (da 100.000 lire in su). La quadreria venutasi così a creare delle persone più benefiche di Como, del Lario e della Brianza veniva ogni anno esposta in occasione della festa padronale di Sant'Anna, in cui la popolazione comasca soleva visitare in folla l'ospedale.
Anche nel '900 le modalità di ottenere il ritratto "ad memoriam" rimasero invariate, a parte naturalmente il rapporto con l'entità del lascito, via via sottoposto ad aggiornamento. A differenza però del filone della ritrattistica tradizionale, le opere appartenenti alle raccolte ospedaliere - come quella qui schedata - si mantennero estranee alle polemiche artistiche divampate nei primi anni del XX sec. (a partire dal Futurismo in poi), privilegiando artisti e pittori a volte anche dilettanti, magari legati da amicizia con il benefattore, o comunque ancora debitori delle influenze tardo ottocentesche, che privilegiavano uno stile verista, aderente alla fisionomia dell'effigiato.
Essendo quasi tutti post mortem, i ritratti venivano realizzati sulla base di una testimonianza fotografica, che quindi condizionava l'artista ad una certa fissità documentaria, in parte mitigata dal tentativo di inserire il soggetto in un ambiente in cui si trovasse il più possibile a proprio agio. Quest'ultimo poteva essere uno sfondo neutro - come nel presente dipinto -, per meglio concentrarsi sul volto dell'effigiato; un fondale dal carattere domestico, allusivo della sua professione e del suo rango, che ne evidenziasse la posa spontanea; oppure un'ambientazione naturalistica (spesso ricostruita nello studio degli artisti), in linea con i canoni della produzione ritrattistica tipicamente lombarda. Anche le frequenti allusioni all'attività esercitata dall'effigiato - motivo tradizionale ricorrente nell'iconografia ospedaliera dei secoli precedenti - non assunse nel '900 toni celebrativi, ma solo di discreto commento, per meglio precisare la personalità dell'effigiato.
Collocazione
Provincia di Como
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Lariana
Credits
Compilazione: Garnerone, Daniele (2009); Simioli, Adele (2009)
Aggiornamento: Uva, Cristina (2012)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3o190-00200/
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