Ritratto di Gino Modigliani a cavallo
Troubetzkoy, Paolo; Robecchi, A.
Descrizione
Autore: Troubetzkoy, Paolo (1866-1938), esecutore; Robecchi, A., esecutore della fusione
Cronologia: ca. 1896 - ca. 1897
Tipologia: scultura
Materia e tecnica: gesso / bronzatura
Misure: 34 cm x 84 cm x 75 cm (intero)
Descrizione: L'opera in gesso patinato a bronzo è costituita dalla raffigurazione di un uomo a cavallo: l'animale si presenta in posa stante, le zampe anteriori e posteriori dritte e allineate, il capo abbassato e orientato verso sinistra. Il soggetto ritratto, Gino Modigliani, cavalca eretto con il busto leggermente inclinato all'indietro e la testa girata verso destra; nella mano sinistra, appoggiata sulla sella davanti a lui, regge le redini, mentre la destra è posata sul fianco, con il gomito piegato verso l'esterno che eleva ulteriormente il busto, come si nota anche dall'apertura della giacca appena sotto il petto.
Notizie storico-critiche: L'opera appartiene alla produzione milanese dell'artista Paolo Troubetzkoy, che si trasferì nella capitale lombarda nel 1884, spostando il suo studio da via Vivaio, in via Solferino e poi nel 1891 in Corso di Porta Nuova al 40, dove rimase fino al suo viaggio in Russia dedicandosi ad alcune ricche commissioni di famiglie nobili e di alcuni amici artisti, fra i quali appunto Gino Modigliani. Le sue sculture hanno un'espressione forte, aristocratica e nello stesso tempo profondamente umana, poichè colgono un momento della vita umana, fermano un attimo della quotidianità senza alcun tipo di astrazione, senza simboli aggiuntivi, ma così come viene colto dallo spirito vigile ed espressivo dell'artista (Giolli, 1913).
Complice, il clima creato a Milano dalla "Famiglia Artistica", che a partire dal 1886 promosse manifestazioni espositive e conviviali frequentate tanto dagli esponenti più prestigiosi della borghesia imprenditoriale, quanto da artisti, letterati e musicisti milanesi dell'epoca, dai quale nacque lo spunto per numerosi ritratti estemporanei (es. Segantini, Toscanini, Puccini, ecc.). La conoscenza del clima scapigliato e la frequentazione dei grandi nomi ad esso collegato - Tranquillo Cremona, Giuseppe Grandi e Daniele Ranzoni - così come l'incontro a Parigi con l'opera di Rodin (1895), aiutano a capire la scelta dell'autore di dedicarsi ad una ritrattistica fatta di "sprezzature", costruita su tocchi vigorosi e apparentemente casuali che sia in pittura che in scultura creano accesi contrasti tra i particolari tormentati di capelli e abbigliamento e la levigatezza luminosa dei volti (Rebora, 1998).
Collocazione
Provincia di Milano
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Fatebenefratelli e Ospedale Sacco
Credits
Compilazione: Uva, Cristina (2009)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3o210-00632/
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