Ritratto di Francesco Menno
ambito veneto
Descrizione
Ambito culturale: ambito veneto
Cronologia: post 1600 - ante 1624
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 75 cm x 94 cm (intero)
Descrizione: Il dipinto presenta, entro un ovale, il busto di un uomo con lunga parrucca canuta ripreso di profilo ma con il volto reso frontalmente e lo sguardo rivolto verso lo spettatore. Indossa una camicia bianca con jabot sotto la giacca in velluto blu e tiene il braccio sinistro, intorno al quale è avvolto un mantello in seta gialla, sollevato. Nella parte superiore del dipinto, a sinistra e a destra dell'ovale, è inserita un'iscrizione documentaria in lettere capitali.
Notizie storico-critiche: L'opera appartiene a quella ricca serie di ritratti fatti eseguire per onorare chi nel corso dei secoli ha beneficiato a vario titolo gli enti sanitari e le opere di carità locali con lasciti testamentari e donazioni, poi confluite nell'attuale ente ospedaliero: gli ospedali contavano infatti moltissimo sulla vena di compiacimento che poteva scattare in chiunque all'idea di vedersi ritratto e riconsegnato per sempre alla storia con l'immagine di un benefattore, senza dimenticare che le erogazioni avevano altresì una funzione pubblicitaria e di incentivazione per altri eminenti cittadini a fare lo stesso.
Il dipinto presenta Francesco Menno, nono benefattore del Nosocomio cremasco, il quale viene ripreso secondo la tipologia del ritratto "puro", ovvero con il busto che emerge da uno sfondo uniforme, finalizzato ad attrarre lo sguardo dell'osservatore unicamente sul modello effigiato. Come nella stragrande maggioranza dei ritratti, inoltre, anche nel presente viene prediletta la rappresentazione di tre quarti, la quale permette di coinvolgere attivamente il riguardante. L'ignoto pittore staglia l'effigiato entro il campo compositivo, riprendendo la tipologia dei ritratti cinquecenteschi dove gli elementi realistici sono trasposti in una dimensione simbolica. Se osserviamo, invece, la data riportata sulla tela (1617) ci si accorge che essa costituisce un'anomalia nei ritratti dei benefattori poiché non è riferita all'anno di donazione al Nosocomio di Crema, la quale, come riporta la lapide infissa all'ingresso dell'Ospedale, avvenne nel 1605. Quanto invece alla presenza delle sigle "B. Z." alcuni storici dell'arte, tra cui Renata Casarin e Lara Zanetti - redattrici della schedatura per la Soprintendenza di riferimento -, hanno suggerito si tratti di un riferimento all'Ospedale committente dell'opera piuttosto che alle iniziali dell'autore, in quanto la stessa scritta compare anche nel ritratto del Sacerdote Francesco Scotto (v. scheda n. 3o210-01008), datato più di un secolo dopo, nel 1762.
Collocazione
Provincia di Cremona
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Crema
Credits
Compilazione: Casarin, Renata (2009)
Aggiornamento: Allievi, Valeria (2012); Uva, Cristina (2012)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3o210-00985/
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