San Tommaso da Villanova distribuisce l'elemosina ai poveri

Boscarati Felice

San Tommaso da Villanova distribuisce l'elemosina ai poveri

Descrizione

Autore: Boscarati Felice (1721-1807), esecutore

Cronologia: post 1760 - ante 1774

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 170 cm x 352 cm (intero)

Descrizione: La tela rappresenta una folta schiera di personaggi suddivisi su due livelli, uno terreno e uno divino. Nell'angolo sinistro è seduta una donna che allatta il suo bambino, intenta a osservare un sacchetto pieno di monete che regge sollevato nella mano sinistra. Dietro di lei, un vecchio ricurvo con un violino appeso alla spalla, tende la mano in attesa di ricevere l'elemosina mentre, al suo fianco, un bambino guarda incredulo il santo mettere una moneta nel suo cappello. L'angolo destro è occupato dalla figura di San Tommaso in abito agostiniano e mitria, dietro al quale si intravede la nuca di un giovane intento a reggere la croce episcopale. Tra questi due gruppi di figure si notano digradare verso lo sfondo altri poveri in attesa di ricevere un gesto di carità. La metà superiore della tela presenta santi seduti su un cumulo di nubi terminanti inferiormente con la testa di un puttino alato. Al centro, in posizione privilegiata, appare Sant'Agostino con camice e dalmatica: regge un calice con ostia nella mano destra, mentre la sinistra è appoggiata alla spalla di Sant'Ambrogio, con lo sguardo rivolto al cielo, lo staffile nella mano destra e la sinistra poggiata su una mitria di foggia ortodossa. A sinistra, due donne in abiti monacali circondano la figura di Sant'Agostino.

Notizie storico-critiche: La tela in esame è dedicata a Tommaso da Villanova, nato a Fuenllana, in Spagna, nel 1486, e considerato l'equivalente spagnolo di San Carlo Borromeo. Nel 1544 Tommaso viene eletto, per volere di Carlo V, arcivescovo di Valencia e nella cattedrale della città ne sono tutt'oggi conservate le spoglie mortali. Nel suo ruolo, oltre che per un'intensa opera di evangelizzazione che lo porterà ad inviare missionari fino in Perù, si distingue per la carità dimostrata verso i poveri, gli ammalati e i bisognosi, per andare in soccorso dei quali fonda collegi per studenti e giovinette, oltre ad operare attivamente per il riscatto dei prigionieri. Per questa sua ardente vena caritativa viene spesso rappresentato, come nel presente dipinto, mentre elargisce monete a una folla di bisognosi. Beatificato nel 1618 e canonizzato il 1° novembre 1658 da Papa Alessandro VII, San Tommaso viene festeggiato il 22 settembre e a lui è stata intitolata la parrocchia pontificia a Castel Gandolfo, residenza papale della quale il Santo è anche patrono.
Nel registro superiore della pala di proprietà dell'Azienda Ospedaliera sono presentati, assisi sulle nubi, alcuni santi, la cui identificazione appare particolarmente complessa e che non vede concordi tutti gli storici dell'arte. Alpini, per esempio, scarta l'ipotesi che quello di destra, rappresentato con uno staffile in una mano e l'altra posata su di una mitria di foggia orientale, sia Sant'Ambrogio. Privilegiando l'attributo della mitria rispetto a quello dello staffile, infatti, egli sostiene che si tratti di uno dei padri della chiesa ortodossa, ipotizzando che Felice Boscarati abbia raffigurato Sant'Anastasio, o San Giovanni Crisostomo o, più probabilmente, San Basilio Magno, il quale, proprio come San Tommaso da Villanova, nei suoi scritti aveva anteposto l'importanza della carità vissuta alla difesa del suo dogma teologico.
La grande pala era stata realizzata per la Chiesa cremonese dei Padri di S. Agostino (ora distrutta) e, secondo la Belvedere, doveva essere stata vista da Giacomo Crespi, nel 1774, nella cappella intitolata ai Santi dell'Ordine Eremitano (ordine nel quale entra Tommaso), ovvero la prima a sinistra dell'edificio. Dopo aver a lungo languito in un ripostiglio dell'Ospedale Maggiore di Crema, il dipinto viene riconosciuto da Cesare Alpini, che lo pubblica nel 1992. Purtroppo, però, la lunga incuria ha provocato diversi danni tra i quali il più grave è certamente la perdita completa del volto di San Tommaso. Elementi che non si sono potuti sanare neanche in occasione dell'intervento di restauro voluto da don Vito Barbaglio.
L'autore dell'opera, datata dall'Alpini intorno al 1770, è da individuarsi nel veronese Felice Boscarati il quale, nella sua città natale, aveva assorbito le influenze di Balestra e dei Cignaroli. La presenza a Crema di questo artista deve essere messa in relazione, tra l'altro, con il legame stretto tra Verona e Crema quando, nella seconda metà del XVIII secolo, arriva in città il vescovo veronese Marco Antonio Lombardi.

Collocazione

Provincia di Cremona

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Crema

Credits

Compilazione: Casarin, Renata (2009)

Aggiornamento: Allievi, Valeria (2012); Uva, Cristina (2012)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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