Ritratto di Santo Bernardi

Moroni Giovan Battista (scuola)

Ritratto di Santo Bernardi

Descrizione

Autore: Moroni Giovan Battista (scuola) (1520/1524-1578), esecutore

Cronologia: post 1621

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 85 cm x 109 cm (intero); 101.5 cm x 125 cm (cornice)

Descrizione: La tela presenta il ritratto di un uomo di tre quarti seduto su di una poltrona con lo schienale borchiato, la quale è posta accanto a un tavolo con poggiati sopra due grossi libri. Uno è aperto e posto orizzontalmente sul piano, mentre il secondo, anch'esso aperto, è posto in posizione verticale. L'uomo ha corti capelli scuri, barba e pizzetto, e indossa una tunica in velluto damascato con gorgiera. Poggia il braccio destro sul bracciolo della poltrona, mentre con la mano sinistra è intento a voltare la pagina di uno dei due grossi volumi presenti sul tavolo. Nella parte superiore del dipinto, a sinistra, è inserita un'iscrizione documentaria in lettere capitali. L'opera è provvista di cornice lignea intagliata e dorata.

Notizie storico-critiche: L'opera rientra all'interno di quel corpo ben nutrito di tele possedute da molti enti ospedalieri, le quali rappresentano le effigi dei benefattori, di coloro, cioè, che, per lo più attraverso lasciti testamentari o donazioni, hanno contribuito a far grande l'Ospedale. L'operato di tali persone risulta, infatti, fondamentale per la vita dell'Ente che, in passato, poteva contare unicamente sulla generosità dei privati e, per questo, nel corso dei secoli, si è andata diffondendo la consuetudine di dedicar loro un ritratto commemorativo. Le motivazioni insite nel gesto di beneficienza sono da sempre state molteplici: il suffragio dell'anima del testatore attraverso un atto di elemosina, il desiderio umanissimo di lasciare un perpetuo ricordo di sè, ma anche il senso di riconoscenza creatosi nel confronto di medici e personale ospedaliero per il loro operato. Contribuire significativamente e concretamente allo sviluppo della popolazione cittadina poteva poi essere d'esempio per altri benefattori o per la famiglia stessa del defunto, per la quale l'inserimento di un proprio membro nella quadreria conferiva prestigio al casato. Questi elementi spingono, attraverso istanze conservative, a reiterare i modelli iconografici di tale genere ritrattistico, che richiamano il potere della famiglia d'appartenenza, la professione dell'effigiato o che rappresentano il benefattore nell'atto stesso di stilare il testamento, in linea con criteri di decoro e autocelebrazione.
Tra tali benefattori compare anche Santo Bernardi, facoltoso commerciante che, nel 1621, redigendo il suo testamento, decise di lasciare l'intero suo patrimonio all'Ospedale degli Infermi, inserendo, però, una curiosa clausola: la sua bottega sarebbe toccata in eredità alla chiesa della Carità, la quale, dall'affitto ricavato, avrebbe dovuto elargire annualmente "tante elemosine a beneficio di quelle anime le quali avessero avuto nel negoziare con lui qualche danno illecito". La tela, per l'emozionante forza espressiva dell'effigiato, la verosimiglianza fisionomica e il realismo dei dettagli dell'arredo, si inserisce nell'ambito della scuola bergamasca del XVII secolo e, in particolare, può essere accostata ai modelli ritrattistici di Giovan Battista Moroni che, dal Cinquecento, trapassano nel nuovo secolo attraverso l'eminente figura di Gian Paolo Cavagna.

Collocazione

Provincia di Cremona

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Crema

Credits

Compilazione: Casarin, Renata (2009)

Aggiornamento: Allievi, Valeria (2012); Uva, Cristina (2012)

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