I santi Marcellino, Pietro e Latino in adorazione del Crocifisso.
scuola cremonese
Descrizione
Ambito culturale: scuola cremonese
Cronologia: post 1600 - ante 1649
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 165 cm x 250 cm (intero)
Descrizione: L'opera mostra una scena di Crocifissione con tre santi adoranti. Al centro campeggia la croce con una forma a T, al vertice della quale è inchiodato un cartiglio con la scritta INRI. Cristo, reso senza particolari segni di sofferenza, presenta la testa leggermente inclinata verso sinistra e i fianchi cinti da uno svolazzante panneggio. Alla sinistra della croce si trova San Latino, con pastorale nella mano sinistra e mano destra alzata; sul capo porta una mitria riccamente decorata, così come lo è il piviale. Alla destra della croce si trovano due santi nimbati con in mano la palma del martirio. Il primo è San Marcellino, con chierica, barba, baffi e folti capelli che ricadono fino alle spalle. È rappresentato di tre quarti con le mani incrociate sul petto e indossa una pianeta. Di fianco a lui si trova San Pietro, rappresentato con il corpo di fronte e il volto leggermente ruotato verso Cristo. Ha capelli folti, lunghi fino alle spalle e spartiti da un riga centrale, e tiene in mano, unitamente alla palma del martirio, un crocifisso. Lo sfondo, occupato per lo più dal cielo, presenta, in lontananza, gli edifici di una città.
Notizie storico-critiche: La morte di Gesù in croce costituisce l'immagine cardine dell'iconografia cristiana e quella sulla quale si concentra la contemplazione religiosa. Essa appare fin dai primi secoli del cristianesimo e, se nella tradizione maggiore risulta legata alla presenza, ai piedi della croce, della Madonna, di San Giovanni Battista, delle pie donne o di un gruppo di soldati, spesso, come in questo caso, riporta solo le figure di alcuni santi. A destra si trova San Latino mentre, a sinistra vi sono i Santi Marcellino (presbitero) e Pietro (esorcista), entrambi martiri di Roma venerati il 2 giugno. La più antica notizia relativa al loro martirio viene tramandata da Damaso (IV secolo), il quale afferma di averla appresa in gioventù dalla bocca del loro stesso carnefice. Secondo la testimonianza del papa, il giudice aveva ordinato che i due martiri fossero decapitati nel folto di una foresta in modo da lasciare oscuro il loro luogo di sepoltura. Arrivati nella sede del supplizio, i due vengono costretti a scavarsi la propria tomba e, qui, nascosti agli occhi del mondo, i loro corpi rimangono fino a quando la pia matrona Lucilla, venuta a conoscenza della loro esistenza, li fa cercare e traslare altrove. Solitamente rappresentati con tonsura (in questo caso evidente solo sul capo di San Marcellino) e con un rotolo e una corona in mano, vengono qui resi con la palma del martirio, mentre Pietro tiene in mano anche una croce, probabile riferimento al suo lavoro di esorcista.
Nell'opera in esame, la croce è a forma di Tau e, in cima, fissato con un chiodo, vi è un cartiglio che riporta la natura del "crimine" di cui è accusato Cristo; nonostante Giovanni tramandi che tale iscrizione venne scritta da Pilato in ebraico, in latino e in greco, però, nell'arte rinascimentale essa appare solitamente, come in questo caso, solo in latino.
Il dipinto, sino al 2004, era conservato nella sacrestia dell'Ospedale di Castelleone ma, con la chiusura dell'Istituto, la locale parrocchia dei S.S. Filippo e Giacomo stipula una convenzione con l'azienda ospedaliera di Crema affinché la tela venga ricoverata ed esposta nel Santuario di Santa Maria della Misericordia di Castelleone. Dopo il restauro al quale il dipinto è stato sottoposto tra l'autunno 2003 e la primavera 2004, quindi, la tela è stata trasferita, con autorizzazione della Soprintendenza competente del 16 giugno 2004 (prot. 3762/IX), presso il Santuario di Castelleone. L'opera, il cui autore si deve inserire nell'ambito della pittura cremonese della prima metà del XVII secolo, non è di altissima qualità e presenta uno stile arcaico con figure molto rigide.
Collocazione
Provincia di Cremona
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Crema
Credits
Compilazione: Casarin, Renata (2009)
Aggiornamento: Allievi, Valeria (2012); Uva, Cristina (2012)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3o210-01079/
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