Stabat Mater
Riva Ugo
Descrizione
Identificazione: Apparizione di Cristo risorto a santa Maria Maddalena
Autore: Riva Ugo (1951-), esecutore
Cronologia: post 2009 - ante 2010
Tipologia: scultura
Materia e tecnica: terracotta / rilievo; terracotta / pittura; metallo / ramatura
Misure: 235 cm x 11 cm x 280 cm (intero)
Descrizione: Trittico costituito da tre pannelli in terracotta scolpita e dipinta, di forma rettangolare stretta e allungata con orientamento verticale, incorniciati da una struttura in metallo addossata alla parete. L'insieme è sostenuto da due gambe di sezione quadrangolare, è dotato di ante laterali con agganci per la finta chiusura degli sportelli e sormontato da un altro pannello in terracotta scolpito e dipinto di forma triangolare, raffigurante la corona di spine. In ordine da sinistra verso destra, i tre bassorilievi centrali raffigurano tre scene della Passione di Cristo. Nel primo pannello è scolpito l'episodio del "Noli me tangere", con Cristo in posizione frontale sotto la fronda di un albero, che appare a Maria Maddalena, seduta a terra dando le spalle all'osservatore, mentre abbraccia le gambe di Gesù. Al centro è raffigurata la "Deposizione dalla Croce": Cristo viene stretto dall'abbraccio materno ai piedi della croce, di cui è visibile solo il palo verticale dietro le due figure in primo piano. Il terzo pannello rappresenta Maria, seduta a terra mentre abbraccia i piedi di Gesù, ancora infisso alla Croce. Tutti e tre i gruppi di figure poggiano su un basamento quadrangolare su cui viene riportata l'iscrizione latina del passo del Vangelo corrispondente alla scena.
Notizie storico-critiche: La progettazione della trittico della cappella ospedaliera, fa parte di un più ampio progetto di realizzazione di opere d'arte e arredi presso i luoghi di culto del nuovo Ospedale di Legnano, iniziato nel 2009 e terminato nel 2012 con l'esecuzione della porta della cappella. Il luogo è stato definito nei suoi orientamenti e nella sua disposizione liturgica dall'Arch. Ercole Ceriani, che ha previsto una successione di "poli" liturgici (battistero-croce-altare-ambone-tabernacolo) lungo l'asse maggiore dello spazio a pianta rettangolare, richiamandosi ad un'idea di "spina dorsale", sia del luogo per le celebrazioni sia, per analogia, della fede cristiana stessa. Tali elementi si richiamano infatti nel materiale, nelle forme, nei colori e nelle finiture e, a partire dall'ingresso fino ad arrivare all'ambone, rimandano all'unico riferimento della fede, che è Cristo. (Ceriani E.)
Nella parete sinistra, guardando l'altare, la luce delle vetrate policrome racconta le Storie della Salvezza, facendo da contraltare al trittico in terracotta policroma qui esaminato, che invece ripropone una meditazione sull'evento salvifico per eccellenza, ovvero la morte e resurrezione di Cristo, in alternativa alla classica Via Crucis. All'interno di un'edicola in metallo ossidato l'artista Ugo Riva, ha collocato tre pannelli in terracotta decorati a bassorilievo e dipinti che raffigurano alcuni momenti salienti della Passione di Cristo, rappresentati da destra verso sinistra in ordine cronologico inverso: il "Noli me tangere", la "Deposizione" e lo "Stabat Mater".
La genesi dell'opera, documentata da bozzetti cartacei e da numeroso materiale fotografico, è stata piuttosto complessa e ha attraversato varie fasi evolutive a livello di scelta del soggetto: l'iniziale meditazione dell'artista l'aveva portato a trattare il tema del viaggio dell'essere umano - inestricabilmente legato alla sofferenza, alla pietà e alla morte - attraverso la raffigurazione di un uomo solo, un naufrago spiaggiato, e della sua salvatrice, una donna che ne raccoglieva l'ultimo respiro, affiancati da immagini di barche e relitti. Successivamente, per la necessità della committenza di trattare un tema più vicino a quello raccontato nelle stazioni di una Via Crucis, Riva si ispirò a ricordi di altaroli tre-quattrocenteschi e alle grandi pale di Giovanni Bellini e Tiziano e cominciò a definire una prima idea di trittico/polittico, con l'accostamento di più scene raffiguranti personaggi sacri singoli o a gruppi di massimo due figure. Il problema divenne a quel punto l'ordine di collocazione dei singoli episodi, la realizzazione di una sintesi tra tre diverse scene da collegare tematicamente e formalmente: l'accostamento inizialmente privilegiato, sempre in ordine di lettura da sinistra verso destra, era strutturato con la scena della "Deposizione" per prima, della "Resurrezione" al centro e della "Crocefissione" per ultima. In definitiva, al centro della composizione la sola figura di Cristo emergente dal sepolcro, circondata da due scene dominate dal tema dell'"abbraccio"; il pannello centrale, nel progetto più alto rispetto agli altri due, era inoltre in questa fase sormontato da un pannello dal profilo ad arco, e non triangolare come nella versione definitiva, da cui anche la modifica nella sagomatura degli sportelli in ferro laterali. Ma la commissione intervenne nuovamente per segnalare la preferenza accordata al Vangelo di Giovanni in cui si narra della Maddalena al sepolcro, da cui la scelta di un nuovo episodio, il "Noli me tangere" appunto, trattato però dall'artista bergamasco con una nuova iconografia, in cui la Maddalena seduta di schiena abbraccia le ginocchia di Cristo risorto, che con la mano accenna alla fatidica frase che dà il titolo all'episodio.
Interessante è poi notare le piccole differenze di posizione dei singoli personaggi della versione definitiva scolpita nella terracotta rispetto alla precedente redazione nei bozzetti a colori in scala 1:1, inseriti dall'artista all'interno di una struttura in polistirolo delle dimensioni del trittico al vero, per meglio studiarne le future dimensioni in altorilievo. Le modifiche più numerose riguardano il pannello dello "Stabat Mater", in cui la posizione dei corpi di Cristo e della Vergine ha risentito del maggior numero di cambiamenti in corso d'opera: nelle prime versioni della scena Maria, nell'atto di abbracciare i piedi del figlio, sedeva dietro il palo verticale della Croce, che risultava quindi ben visibile nel punto in cui era infisso nel terreno, al contrario della versione definitiva dove invece risulta nascosto dal corpo della Madonna; il braccio destro di Cristo inoltre, non era solamente piegato in corrispondenza del gomito per appoggiarsi al chiodo, come nel pannello in terracotta poi realizzato, ma era addirittura piegato sopra e dietro il braccio orizzontale della croce, accentuando così la già evidente torsione del corpo di Cristo anche in diagonale.
Collocazione
Provincia di Milano
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Ovest Milanese
Credits
Compilazione: Uva, Cristina (2012)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3o210-01147/
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