Labirinto d'acqua
Ceriani Ercole
Descrizione
Autore: Ceriani Ercole (1951-), progettista
Cronologia: post 2009 - ante 2010
Tipologia: pertinenze decorative
Materia e tecnica: metallo; acqua; legno; pietra
Misure: Ø 200 cm (labirinto); 45 cm (supporto)
Descrizione: Labirinto d'acqua costituito da un disco sagomato su un supporto metallico e contornato da un piano di pietra scura con funzione di seduta, il cui profilo è ricoperto in altezza da una fila di assi di legno. Nel disco scorre acqua attraverso un canaletto dal percorso a labirinto che culmina al centro e nel punto di partenza, con altri due dischi più piccoli all'interno dei quali sono collocate delle pietre immerse nell'acqua. La composizione è addossata alla parete leggermente convessa dell'attigua chiesa, pertanto il profilo del piano in pietra risulta sui due lati corti, convesso da un lato e concavo dall'altro.
Notizie storico-critiche: La progettazione della labirinto d'acqua, fa parte di un più ampio progetto di realizzazione di opere d'arte e arredi presso i luoghi di culto del nuovo Ospedale di Legnano iniziato nel 2009 e terminato nel 2012 a cura dell'Arch. Ercole Ceriani che si è occupato, oltre che della cappella, anche della definizione di un "Luogo di silenzio" attiguo alla chiesa, con l'idea di fornire agli utenti uno spazio raccolto, privo di connotazioni religiose, a disposizione di chiunque desideri un attimo di raccoglimento.
Per tale luogo è stato dunque proposto come invito alla riflessione un "gioco d'acqua" in cui il liquido sgorga dal piano-seduta in pietra, entra nel labirinto metallico e dopo aver attraversato tutto il tracciato in modo casuale, va a confluire e a sparire nel centro, in un percorso che dunque è solo apparentemente caotico, ma in realtà è obbligato e conduce in modo inesorabile al centro, costituendo di fatto un anti-labirinto (labirinto univiario o unicursale). Il richiamo è dunque al significato e alla struttura primigenia del labirinto, e non all'accezione moderna del termine come "tracciato multiviario": i labirinti unicursali, derivati dalle leggendarie costruzioni che i Greci attribuirono alla civiltà minoica e caratterizzati da un impianto il più possibile tortuoso allo scopo di rendere difficile l'orientamento dall'interno, sono di fatto formati da un'unica via che si intrica, si avvolge, si avvicina e allontana, ma sostanzialmente va verso un centro, che deve per forza essere raggiunto e oltre il quale si può solo ripercorrerlo in senso inverso per uscirne.
Nell'idea del suo progettista, il labirinto qui studiato può essere dunque inteso come allegoria dei percorsi individuali che si ripetono secondo direzioni in apparenza contrarie e contrastanti, ma di fatto destinate e rivolte ad un'unica meta comune: il centro infatti, può essere a discrezione interpretato sia simbolicamente (paradisi, reincarnazioni, ritorno al tutto o al nulla), sia come esperienza di sofferenza (trattandosi in questo caso di una sede ospedaliera), ma per tutti indistintamente costituisce allegoria di passaggio obbligato, soglia verso un al di là. Il riferimento è dunque, pur nel rispetto di percorsi e situazioni personali che si differenziano in tempi e modi, alla condivisione di una condizione e di un destino comune, inteso sia come esperienza di sofferenza che accompanga, avvicina e accomuna le persone, oltre ogni fede o mancanza di fede, sia come riflessione sull'ineluttabilità della vita e della morte, da cui la relativa connotazione sacra. (Ceriani E.)
Collocazione
Provincia di Milano
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Ovest Milanese
Credits
Compilazione: Uva, Cristina (2012)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/3o210-01179/
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