Cristo benedicente
Luini, Bernardino (attribuito)
Descrizione
Autore: Luini, Bernardino (attribuito) (1480 (?)-1532), esecutore
Cronologia: post 1520 - ante 1525
Tipologia: pertinenze decorative
Materia e tecnica: intonaco / pittura a fresco
Descrizione: Tondi e rombi dipinti ad affresco, raffiguranti Gesù e gli apostoli a mezzobusto con i relativi attributi; sotto ognuno di essi è indicato il nome latino del relativo santo in lettere capitali (alcune delle quali illegibili). Sulla parete destra sono raffigurati: Andrea che sorregge la croce, Giacomo Maggiore con il bastone da pellegrino, Tommaso con la squadra da architetto e Bartolomeo con il coltello. Sulla parete sinistra sono dipinti: Giacomo Minore con il libro, Filippo con la ferula, Simone con la sega e Matteo con il Vangelo. Sulla parete di fondo, sopra l'ex altare delle monache, è raffigurato al centro Gesù benedicente in clipeo, circondato ai lati da San Pietro e San Giovanni Evangelista racchiusi entro losanghe; sulla parete d'ingresso il tondo centrale è ormai perduto, mentre rimangono ai suoi lati, entro cornici romboidali, San Mattia con l'alabarda e San Giuda Taddeo, in parte distrutto.
Notizie storico-critiche: I tredici affreschi raffiguranti Gesù e gli Apostoli a mezzobusto, sono posti sul cornicione dell'ex chiesa claustrale di S. Vittore, attualmente sconsacrata e facente parte degli ambienti privati di Villa Antona Traversi: dopo la soppressione del monastero, per poter adibire l'aula a zona di servizio, l'architetto Leopoldo Pollack fece soppalcare la chiesa interna creando i due ambienti della "Limonera", al piano terra, e della "Sala del coro", al piano superiore. Qui è ancora visibile la decorazione pittorica realizzata da Bernardino Luini per la parte di chiesa originariamente adibita alle sole monache, databile tra il 1520 e il 1525. In linea con quanto affrescato nella parte pubblica, anche nella chiesa claustrale il cornicione è decorato con raffigurazioni di santi e apostoli a mezza figura, entro tondi e rombi: questa decorazione fu coperta dalla calce dopo la sconsacrazione dell'edificio e descialbata solo nel 1992, il che motiva in parte il pessimo stato di conservazione in cui versano le pitture sulle pareti dell'intera aula.
Per quanto riguarda la scelta dell'artista di inserire ritratti di personaggi sacri all'interno di cornici tonde o quadrangolari, essa è riconducibile ad una tradizione secolare di raffigurazione delle personalità eminenti, che ebbe origine in epoca classica: l'"imago clipeata", immagine onorifica per eccellenza, trascorse dall'orizzonte greco fino a quello romano, passando dalle serie di clipei (medaglioni rotondi) con eroi mitologici e uomini illustri appesi nei templi greci, alle immagini degli antenati delle famiglie patrizie di Roma, dove questo tipo di rappresentazione si allargò alla sfera privata oltre che a quella pubblica. Con la fine del periodo antico, l'imago clipeata divenne un privilegio riservato all'iconografia dei santi, forse spiegabile anche con l'affinità tra la forma del tondo e quella del nimbo-aureola: in particolare, a partire dal IV sec. d.C., sull'esempio delle "gallerie di uomini illustri" romane (in cui erano raffigurati imperatori, oratori, medici, ecc...) i cristiani iniziarono a comporre serie da dodici o tredici tondi, come la presente, raffiguranti Cristo e gli Apostoli.
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
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