Porta del Cremlino n. 10

Consagra, Pietro

Porta del Cremlino n. 10

Descrizione

Autore: Consagra, Pietro (1920-2005), esecutore

Cronologia: post 1991 - ante 1993

Tipologia: scultura

Materia e tecnica: marmo rosso di Verona; marmo botticino

Misure: 8 m x 6.6 m x 1 m (intero)

Descrizione: Scultura in marmo costituita da giganteschi blocchi marmorei di colore diverso sovrapposti e alternati l'uno all'altro, a formare un portale alto più di 6 metri e largo 8. I due alti pilastri laterali sono costruiti con elementi speculari e reggono un elemento orizzontale composto anch'esso da più blocchi di pietra, stondato nella parte alta.

Notizie storico-critiche: L'opera appartiene oggi alla collezione di scultura contemporanea della Fondazione Pietro Rossini e fu donata ad Alberto Rossini da Pietro Consagra stesso, come segno di gratitudine per il sostegno economico offerto dall'azienda del collezionista, la Ranger Italiana S.p.A., alla personale dell'artista inaugurata nel novembre 1991 presso l'Hermitage di San Pietroburgo. L'incontro tra lo scultore e l'imprenditore-collezionista brianzolo, avvenuto negli anni Ottanta ad opera del comune amico Andrea Cascella, condusse alla nascita di un autentico legame di amicizia tra i due e ad un proficuo rapporto di collaborazione con la Ranger, di cui Consagra si servì spesso e volentieri a partire dagli anni Novanta per la creazione di alcune delle sue sculture.
La monumentale "Porta del Cremlino n.10" venne fatta costruire dalla ditta bresciana Fratelli Lombardi di Rezzato, specializzata nella lavorazione del marmo, tra il dicembre 1991 e il settembre 1993, usando come modello una delle dodici maquette in legno dipinto realizzate per la mostra russa. Fu Rossini stesso a scegliere quale tra i dodici modelli trasformare nell'ingresso del vialetto che conduce al giardino privato di famiglia, all'interno del Parco di sculture di Briosco. Su suggerimento diretto dell'artista l'opera venne collocata su una pavimentazione appositamente realizzata, fra le sculture dei suoi "amici e colleghi" artisti Turcato e Melotti, circondata da altre quattro sculture di Consagra raffiguranti paracarri marmorei campionati su originali di epoca barocca (Paracarro di Bernini, di Borromini, di San Luigi dei Francesi, del Vecchio Seminario).
La porta costituisce l'apoteosi dello studio condotto da Consagra sulla scultura "bifrontale" durante tutta la sua carriera: l'artista siciliano infatti, operò scardinando la tradizionale concezione di scultura classica come dell'opera tridimensionale per eccellenza, annullando lo spessore della materia e dunque riportando le proprie sculture ad una dimensione piatta e bifrontale. Le forme per Consagra non erano che superfici da esporre frontalmente e dunque sottoponeva le sue sculture ad una forte pressione su entrambe le facce, così da permetterne una doppia e identica visione su entrambi i lati. Ogni scultura si ripete sul fronte e sul retro: è due volte la stessa. Il fatto che l'opera qui schedata rappresenti una porta, monumento che presuppone l'esistenza di un doppio spazio praticabile, potrebbe allontanare la scultura dal'idea di frontalità, tuttavia per Consagra essa non è percepita come chiusura o come parete respingente. Attraverso il varco, infatti, lo scultore mette in comunicazione due diverse prospettive, che però si rispecchiano nell'attraversamento di un'identica immagine: il verso e il recto della porta.
Il carattere solenne della scultura è accentuato dall'uso del materiale marmoreo, tagliato in blocchi possenti che si sovrappongono e incastonano l'uno dentro l'altro, esprimendo un certo qual senso di peso e di inamovibilità che fa di esso, oltre che una scultura, anche una architettura da attraversare. La "Porta del Cremlino" inoltre, acquista un forte significato simbolico anche del periodo storico che la Russia stava vivendo dopo il crollo dell'Unione Sovietica all'inizio degli anni Novanta. Consagra, che da giovane figurava nel nutrito gruppo di artisti italiani iscritti al PCI, aveva già nel 1957 lasciato il Partito e preso le distanze dall'atteggiamento repressivo che la Russia aveva adottato in occasione della "Primavera Ungherese" del 1956, quando l'esercito sovietico represse le manifestazioni nel sangue. Le "Porte del Cremplino", dunque, non costituirono un omaggio al governo sovietico, bensì una dedica ai cittadini russi che si erano "rivelati inesperti di futuro". Quanto al titolo della porta, esso è con tutta probabilità riferito ad un aneddoto che coinvolse lo scultore nel 1989, in occasione di una visita romana dello statista sovietico Mikhail Gorbaciov. Citando una serie di artisti attivi in Russia nel XVIII sec., il leader russo fece il nome di tale Pietro Gonzaga, autore di una porta del Cremlino. Molti, traditi dall'assonanza tra i due nomi, pensarono si trattasse di Consagra e diffusero la falsa notizie, fino a quando l'artista, stanco di smentire l'evento o forse addirittura stimolato da esso, decise di realizzare effettivamente le dodici maquette per il portale da esporre a San Pietroburgo, basandosi su alcuni suoi studi di archi realizzati alla fine degli anni Ottanta.

Collezione: Collezione del Parco di sculture Fondazione Pietro Rossini

Collocazione

Briosco (MB), Parco di sculture Fondazione Pietro Rossini

Credits

Compilazione: Uva, Cristina (2014)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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